mercoledì 18 maggio 2016

SOCIETÀ FIDUCIARIA INTERPOSIZIONE REALE DI PERSONA


Cari Lettori, nell’ambito della società fiduciaria e dell’interposizione reale di persona, vi segnaliamo un’interessante sentenza del Tribunale di Milano, del 04/10/2013 Numero 12252. 

La causa prende inizio da una pretesa cessione di quote di azioni societarie possedute da una fiduciaria ad un terzo contro la presunta volontà del possessore delle azioni stesse. Il tribunale ha respinto la vertenza in punto alle restituzioni eccependo che, tenuto conto che il negozio fiduciario, effettuato anche tramite società fiduciaria, si realizza mediante il collegamento di due negozi, l’uno di carattere esterno, realmente voluto e con efficacia verso i terzi, e l’altro di carattere interno – pure effettivamente voluto – ed obbligatorio, diretto a modificare il risultato finale del primo negozio per cui il fiduciario è tenuto a ritrasferire il bene al fiduciante o ad un terzo, l‘intestazione fiduciaria di titoli azionari (o di quote di partecipazione societaria)

 integra gli estremi dell’interposizione reale di persona, per effetto della quale l’interposto acquista (a differenza che nel caso d’interposizione fittizia o simulata) la titolarità delle azioni o delle quote, pur essendo, in virtù di un rapporto interno con l’interponente di natura obbligatoria, tenuto ad osservare un certo comportamento, convenuto in precedenza con il fiduciante, nonché a ritrasferire i titoli a quest’ultimo ad una scadenza convenuta, ovvero al verificarsi di una situazione che determini il venir meno del rapporto fiduciario (Nella specie, rilevato che, trattandosi di un rapporto in cui il fiduciario era una persona fisica e non una società fiduciaria la cui attività è disciplinata ex lege n. 1966 del 1939, l’intervenuta era perfettamente legittimata all’intervento, in quanto il soggetto interposto (realmente) acquista la titolarità delle azioni, il Trib. ha respinto la domanda, dichiarando ammissibile l’intervento). 

In particolare: ” Vanno respinte le domande di parte attrice e di parte convenuta volte alla dichiarazione di inammissibilità dell’intervento della sig.ra R.C. nel presente processo, poiché ella è girataria, per quel che qui rileva, dell’azione n. 2 di M. M.. L’ acquisto, come lo si voglia qualificare, è avvenuto da F. C. III s.r.l. (di seguito: Fiar III) successivamente alla notifica da P.E.M. a Fiar III dell’atto di citazione, talché l’intervento è correttamente spiegato ex art. 111 c.p.c., con la precisazione che si tratta di intervento autonomo a mezzo del quale l’intervenuta, proclamandosi titolare delle azioni oggetto di controversia tra P.E.M. e Fiar III, intende tutelare questo suo preteso diritto.

 E’ appena il caso di aggiungere, a dimostrazione dell’ autonomia della parte intervenuta rispetto al dante causa parte del processo, che l’art. 111 c.p.c. prevede l’eventuale estromissione dal processo del dante causa, non certo dell’acquirente del diritto controverso, sicché la deduzione – coltivata da parte attrice – secondo cui l’ intervenuta sig.ra C.

 – avente causa dalla convenuta Fiar III – non potrebbe formulare conclusioni in contrasto e difformi da quelle della dante causa Fiar III, è destituita di qualsiasi fondamento. Si deve aggiungere che se, come da deduzione di parte attrice, l’intestazione da Fiar III a R.C. fosse a titolo fiduciario, trattandosi di un rapporto in cui il fiduciario è persona fisica e non una società fiduciaria la cui attività è disciplinata ex lege n. 1966 del 1939, l’intervenuta sarebbe comunque perfettamente legittimata all’intervento in quanto il soggetto interposto (realmente) acquista la titolarità delle azioni (c.d. “fiducia romanistica” o “fiducia cum amico”)“

L’importanza di rivolgersi a società fiduciarie di assoluta e provata serietà, e non già al fiduciario singola persona fisica, pare di basilare importanza, alla luce di un’attenta lettura di questa sentenza, diversamente i rischi di perdere ogni bene che sia stato concesso in proprietà fiduciaria, è alto. Ti ricordiamo che forniamo il servizio di avvocato che parla italiano anche in Austria, Slovenia, Croazia, Spagna, Gran Bretagna, Malta, Iran, Perù, Repubblica Dominicana.
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lunedì 7 marzo 2016

DA LONDRA RIVELAZIONE CHOC: MASSIMO 10 ANNI E L’ITALIA SARA’ UNA NAZIONE FINITA




[ CATASTROFE ] Londra rivela che tra massimo 10 anni l’Italia sara’ una nazione finita.“Gli storici del futuro probabilmente guarderanno all’Italia come un caso perfetto di un Paese che è riuscito a passare da una condizione di nazione prospera e leader industriale in soli vent’anni in una condizione di desertificazione economica, di incapacità di gestione demografica, di rampate terzomondializzazione, di caduta verticale della produzione culturale e di un completo caos politico istituzionale. Lo scenario di un serio crollo delle finanze dello Stato italiano sta crescendo, con i ricavi dalla tassazione diretta diminuiti del 7% in luglio, un rapporto deficit/Pil maggiore del 3% e un debito pubblico ben al di sopra del 130%. Peggiorerà”. Così Roberto Orsi,italiano emigrato a Londra per lavorare presso la London School of Economics, prevede il prossimo futuro del Belpaese.



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UN SETTORE DISTRUTTO – Il termometro più indicativo della crisi italiana, secondo orsi, è lo smantellamento del sistema manufatturiero, vera peculiarità del made in Italy a tutti i livelli: “Il 15% del settore manifatturiero in Italia, prima della crisi il più grande in Europa dopo la Germania, è stato distrutto e circa 32.000 aziende sono scomparse. Questo dato da solo dimostra l’immensa quantità di danni irreparabili che il Paese subisce. Questa situazione ha le sue radici nella cultura politica enormemente degradata dell’élite del Paese, che, negli ultimi decenni, ha negoziato e firmato numerosi accordi e trattati internazionali, senza mai considerare il reale interesse economico del Paese e senza alcuna pianificazione significativa del futuro della nazione. L’Italia non avrebbe potuto affrontare l’ultima ondata di globalizzazione in condizioni peggiori. La leadership del Paese non ha mai riconosciuto che l’apertura indiscriminata di prodotti industriali a basso costo dell’Asia avrebbe distrutto industrie una volta leader in Italia negli stessi settori. Ha firmato i trattati sull’Euro promettendo ai partner europei riforme mai attuate, ma impegnandosi in politiche di austerità. Ha firmato il regolamento di Dublino sui confini dell’UE sapendo perfettamente che l’Italia non è neanche lontanamente in grado (come dimostra il continuo afflusso di immigrati clandestini a Lampedusa e gli inevitabili incidenti mortali) di pattugliare e proteggere i suoi confini. Di conseguenza, l’Italia si è rinchiusa in una rete di strutture giuridiche che rendono la scomparsa completa della nazione certa”. (Continua sotto)

RESPONSABILITA’ POLITICHE – Quando si tratta di individuare le responsabilità, Orsi non ha dubbi nel puntare il dito contro la politica: “L’Italia è entrata in un periodo di anomalia costituzionale. Perché i politici di partito hanno portato il Paese ad un quasi collasso nel 2011, un evento che avrebbe avuto gravi conseguenze a livello globale. Il Paese è stato essenzialmente governato da tecnocrati provenienti dall’ufficio dell’ex Presidente Repubblica, i burocrati di diversi ministeri chiave e la Banca d’Italia. Il loro compito è quello di garantire la stabilità in Italia nei confronti dell’UE e dei mercati finanziari a qualsiasi costo. Questo è stato finora raggiunto emarginando sia i partiti politici sia il Parlamento a livelli senza precedenti, e con un interventismo onnipresente e costituzionalmente discutibile del Presidente della Repubblica , che ha esteso i suoi poteri ben oltre i confini dell’ordine repubblicano. L’interventismo dell’ex Presidente è stato particolarmente evidente nella creazione del governo Monti e dei due successivi esecutivi, che sono entrambi espressione diretta del Quirinale. L’illusione ormai diffusa, che molti italiani coltivano, è credere che il Presidente, la Banca d’Italia e la burocrazia sappiano come salvare il Paese. Saranno amaramente delusi. L’attuale leadership non ha la capacità, e forse neppure l’intenzione, di salvare il Paese dalla rovina. Sarebbe facile sostenere che Monti ha aggravato la già grave recessione. Chi lo ha sostituito ha seguito esattamente lo stesso percorso: tutto deve essere sacrificato in nome della stabilità.


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I tecnocrati condividono le stesse origini culturali dei partiti politici e, in simbiosi con loro, sono riusciti ad elevarsi alle loro posizioni attuali: è quindi inutile pensare che otterranno risultati migliori, dal momento che non sono neppure in grado di avere una visione a lungo termine per il Paese. Sono in realtà i garanti della scomparsa dell’Italia”

martedì 1 marzo 2016

Trasferirsi in Bulgaria: Rifugio Fiscale d’Europa



In questo report scoprirai perché trasferirsi in Bulgaria oggi costituisce una delle migliori opportunità per gli italiani che vogliono pagare poche tasse pur restando entro i confini dell’Unione Europea.
La Bulgaria è considerata l’Eldorado fiscale d’Europa perché
concentra in sé numerosi vantaggi. Innanzitutto devi sapere che se
decidi di trasferirti in Bulgaria sappi che devi vivere 6 mesi in loco
per poter aver riconosciuto il titolo di residente. Per cui se non sei
residente in Bulgaria pagheresti le imposte solo per il reddito generato
in Bulgaria, non sul reddito generato altrove.A dire il vero questo è un aspetto abbastanza comune di tutti i
paesi, viceversa le perle che ci nasconde la Bulgaria sono veramente
uniche. Ti invito a scoprirle insieme a me in questo articolo. Stai per
conoscere un paese che racchiude in sé grandi sorprese per coloro che
cercano sollievo dalle imposte.

Pressione fiscale ridicola

Tra i vantaggi principali di chi decide di trasferirsi in Bulgaria
c’è innanzitutto l’imposizione fiscale più bassa tra i paesi dell’Unione
Europea. L’imposta sul reddito personale è solo del 10%. Allo stato
attuale non esiste un altro paese aderente alla UE con un’imposizione
fiscale tanto bassa. Sicuramente altri paesi europei hanno
un’imposizione fiscale simile alla Bulgaria (Andorra, Montenegro,
Albania, Macedonia…) ma nessuno di questi è membro UE.
Invece la Bulgaria è l’unico paese UE ad avere una flat tax del 10%,
almeno fino a quando non entreranno anche gli altri paesi balcanici che
hanno imposizioni fiscali del suo stesso livello.
Come se non bastasse anche il reddito di impresa è tassato solo al
10%. Adesso si capisce perché definisco la Bulgaria l’Eldorado fiscale
d’Europa. Chi si trasferisce a Sofia o a Varna riceve dei benefici
incredibili.Quindi se decidi di trasferirti in Bulgaria pagheresti 10% sul
reddito personale e il 10% sul reddito di impresa. Un vero affare!
Invece l’IVA bulgara (20%) è più allineta sui livelli europei ma
comunque più bassa di quella italiana che adesso sta per raggiungere il
23% (e presto forse addirittura il 25% …).


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Niente dogane con i paesi UE

Ora immagina di vivere in un mercato unico europeo circondato da
paesi con pressioni fiscali che vanno dal 30% al 60%. Poi ci sei tu con
la tua azienda che hai accesso al medesimo mercato ma con una pressione
fiscale del 10%. Ti rendi conto? Avresti un introito che va dal 30% al
60% in più che puoi usare per migliorare il prodotto, la rete
commerciale oppure per abbassare i prezzi.
E’ questa la realtà della Bulgaria, un vantaggio fiscale incredibile
poiché hai accesso al mercato unico europeo senza pagarne le imposte
folli.Questo concetto l’ha capito molto bene la Swanson Health Products (scopri come ha invaso il mercato europeo),
azienda americana che produce integratori, che ha stabilito la propria
sede a Sofia per aggredire il mercato europeo degli integratori
alimentari. Loro hanno deciso di trasferirsi in Bulgaria appositamente
per aggredire il mercato europeo.Infatti se trasferisci l’impresa in Bulgaria non pagheresti i dazi di
esportazione quando vendi merce nel resto d’Europa. Quindi avere
un’impresa in Bulgaria è come avere un’impresa che può vendere in
Francia o in Italia senza però dover pagare le immonde imposte locali.Inoltre la Bulgaria possiede sia un accesso via mare che via terra al resto dei paesi europei.Dal punto di vista del trasporto aereo un viaggio da Roma a Sofia
(andata e ritorno) costa intorno ai 230€ e richiede circa 2 ore
(diretto). Quindi è assolutamente fattibile per chi vuole comunque
mantenere un rapporto con l’Italia.



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Trasferirsi in Bulgaria: costo della vita ridotto

In genere il problema dei paradisi fiscali è che le imposte sono basse, ma il costo della vita è spropositatamente alto.Ebbene questo non e’ il caso della Bulgaria dove il costo della vita è
tra i più bassi d’Europa. Secondo il sito web Numbeo
(http://goo.gl/zYgM8L) che compara il costo della vita tra i diversi
paesi e città avresti bisogno di uno stipendio mensile di 1600€ per
avere lo stesso stile di vita che hai a Roma con 3700€. Niente male!Quindi con 1600€ fai la vita che uno che vive a Roma fa con 3700€. Il
che significa che se invece hai un reddito da 3700€ in Bulgaria fai
una vita di uno che a Roma guadagna circa 9000€.In più tieni conto che non stiamo parlando di un paese africano senza
infrastrutture, ma di un paese ex sovietico, quindi con servizi
pubblici, strade, ospedali, scuole, giardini….E’ un momento storico particolare in cui la Bulgaria racchiude decine
di vantaggi che non troveresti da nessun’altra parte. Ecco perché io
sono un sostenitore accanito di questo paese.Certamente non ti aspettare le bellezze paesaggistiche e la cucina
dell’Italia, ma non puoi pretendere tutto.
Devi fare delle scelte!
Trasferirsi in Bulgaria è probabilmente una delle migliori scelte che potrebbe fare un imprenditore o un professionista italiano

domenica 28 febbraio 2016

Il sistema fiscale Maltese



Se ti dicessi che oltre ad avere un mare meraviglioso, un clima fantastico e un’economia florida e in forte crescita, Malta è di fatto uno dei paesi Europei più vantaggiosi dal punto di vista fiscale?

E la buona notizia è che nonostante il suo sistema fiscale sia tra i più vantaggiosi, Malta è entrata dal 2010 nella “white list” dei paesi mondiali che assicurano totale trasparenza e collaborazione con gli altri paesi dell’Unione Europea per contrastare la piaga dell’evasione fiscale, e questa è una garanzia di sicurezza e tutela per tutti coloro che sceglieranno questo paese per iniziare o trasferire le proprie attività imprenditoriali.

Questo sito non si occupa di consulenza fiscale, le informazioni contenute nel sito sono solo a scopo informativo generale. In nessun modo le informazioni presenti in questa pagina e nel resto del sito costituiscono nessun genere di consulenza fiscale o legale, e nessuna decisione dovrebbe mai essere presa sulla base di tali informazioni. Raccomando pertanto di affidarsi esclusivamente alla consulenza professionale e specialistica degli organi competenti.

Alcune informazioni generali sul sistema fiscale Maltese


Il sistema fiscale a Malta è stato concepito in maniera tale da favorire gli investimenti provenienti da paesi stranieri grazie anche ad una vasta rete locale di servizi finanziari, concepiti allo scopo di garantire un consistente sviluppo economico, la sua efficienza e la sua semplicità sono il punto di forza che ogni anno attrae tantissimi nuovi investitori ed imprenditori da ogni parte d’Europa.

I punti di forza del sistema fiscale Maltese
  • Aliquota d’imposta progressiva per le persone fisiche, fino a un massimo del 35%
  • Aliquota d’imposta per le società del 35%
  • Procedure amministrative semplici e pratiche
  • Nessuna trattenuta fiscale
  • Nessuna tassa patrimoniale
  • Nessuna imposta di proprietà
  • Imposta sul valore aggiunto (VAT, corrispondente alla nostra IVA) pari al 18%
  • Un sistema previdenziale equo

Tassazione delle persone fisiche

Nel sistema fiscale Maltese, le persone fisiche si dividono fiscalmente in due tipologie: lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi (di cui fanno parte anche i liberi professionisti). Entrambe le categorie sono soggette al pagamento della rispettiva aliquota di imposta e sono tenute a versare la Social Security Contribution, ovvero la Previdenza Sociale.

Se sei un lavoratore dipendente, la Social Security verrà pagata regolarmente dal tuo datore di lavoro che verserà i tuoi contributi (10% del salario), più un ulteriore 10% che dovrai versare tu stesso.

Se sei un lavoratore autonomo verserai provvisoriamente le tue tasse (secondo l’aliquota corrispondente al tuo reddito) durante il corso dell’anno, e il totale sarà suddiviso in 3 rate (una ad aprile, una ad agosto e l’ultima parte a dicembre) e dovrai effettuare il saldo finale entro il 30 giugno dell’anno successivo, e inoltre dovrai versare il 15% per la Social Security.

L’ammontare delle tasse dipende dalla fascia di aliquota associata al reddito totale maturato, e dipende anche dalla residenza del soggetto tassabile.

Secondo i principi della “World-wide income taxation” a tutti coloro che sono residenti e hanno domicilio a Malta veranno tassati tutti i redditi, a prescindere dalla provenienza.

Ai soggetti non residenti invece saranno tassati solo i redditi maturati sul territorio Maltese, oppure quelli maturati all’estero ma regolamentati dalla giurisdizione Maltese, mentre il reddito prodotto da partecipazioni e royalties non è soggetto a imposizioni.

Tutti coloro che risiedono temporaneamente a Malta saranno tassati esclusivamente per il reddito maturato sul territorio Maltese durante il periodo di soggiorno.

Potrai conoscere le attuali aliquote direttamente dal sito dell’Inland Revenue di Malta.



Per i dipendenti le aliquote indicate vengono applicate direttamente come detrazioni sullo stipendio mensile attraverso un sistema chiamato Final Settlement System (FSS) che in sostanza è un sistema di ritenuta alla fonte sugli stipendi dei propri dipendenti (concettualmente simile al “pay as you earn” britannico, o PAYE). Tutti gli importi trattenuti che verrano versati dai datori di lavoro sono trattati come acconti di imposta sul reddito dovuto.

Per ulteriori dettagli sul Final Settlement System potete consultare il sito dell’Inland Revenue



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Tassazione delle società a Malta


Una società costituita a Malta è considerata residente e domiciliata a Malta ai fini fiscali ed è quindi soggetta alla tassazione Maltese sul reddito proveniente da qualsiasi paese del mondo con un’aliquota standard del 35%.

Il sistema della “Full Imputation”

Permette ai soci di un’impresa di accorpare i dividendi provenienti dalla propria quota societaria con la propria base fiscale, ricevendo un credito d’imposta totale o parziale per la parte dell’imposta pagata dalla società sui dividendi distribuiti dalla società stessa.
Dato che l’aliquota più alta per le persone fisiche è pari all’aliquota dell’imposta sulle società (ovvero 35%), il sistema della “full imputation” assicura che il socio non sia soggetto ad alcuna ulteriore imposta.

Rimborsi Fiscali

Il Sistema dei Rimborsi Fiscali è stato ufficialmente approvato dalla Commissione Europea verso la fine del 2006. I soci di un’impresa registrata a Malta hanno il diritto di richiedere alcune tipologie di rimborsi fiscali per le tasse pagate su tutti gli utili imponibili che provengono al di fuori di Malta e su tutti gli utili imponibili provenienti dal territorio Maltese a condizione che non derivino da beni immobiliari o che non siano soggetti ad imposta finale. Tali rimborsi possono essere richiesti sia dai soci residenti che dai soci non residenti.

Quali sono le tipologie societarie i cui soci possono chiedere questi rimborsi?
  • Le società costituite a Malta secondo le leggi Maltesi
  • Le imprese non costituite a Malta, ma che sono gestite e controllate a Malta
  • Le aziende che non operano a Malta e che non sono gestite a Malta, ma che operano attraverso una filiale Maltese

Che tipologie societarie esistono a Malta?


Quale tipologia societaria è più adatta alla tua impresa? Questa è una delle decisioni più importanti che dovrai prendere nella fase iniziale della tua attività, in quanto determinerà il modo in cui verrà gestito il tuo business e ti permetterà di rapportare meglio il sistema fiscale Maltese con le tue esigenze professionali.

La tipologia societaria dipende soprattutto da quale tipo di impresa vorrai avviare, dal settore in cui la tua impresa è coinvolta e anche dal numero di persone che investiranno denaro nella società.

Tra le possibili opzioni di registrazione alcune tra le più gettonate sono:

Limited Liability Company
se è di tipo “Public” si chiama PLC, ma se è di tipo “Private” si definisce LTD ed è la forma giuridica più diffusa.
Il capitale sociale minimo di una LTD a Malta deve essere di almeno € 2000 e deve essere sottoscritta da almeno due persone.

Self-employed
E’il corrispettivo del nostro “libero professionista”. Per avviare questo tipo di attività bisogna iscriversi all’Employment and Training Corporation (ETC) ed è necessario presentare il proprio Social Security Number e il proprio documento di identità (o passaporto).

Sole proprietorship
Questo tipo di entità aziendale è la meno regolamentata ed è soggetta minori formalità. L’unico requisito per iniziare l’attività è quello di ottenere una licenza commerciale e di registrarsi presso il Register of Traders. Il proprietario dell’attività agisce in prima persona e non beneficia di una personalità giuridica distinta. Anche dal punto di vista fiscale saranno considerate le aliquote individuali del titolare. I principali vantaggi di questa entità di business includono la flessibilità di funzionamento, nessuna restrizione sul processo decisionale e quasi senza obblighi di segnalazione.

Partnership (General o Limited)
Società in nome collettivo e società in accomandita.



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La Camera di Commercio Italiana a Malta


Per gli italiani che vogliono avviare un’attività a Malta il MICC (Maltese Italian Chamber of Commerce) è senza dubbio un importante punto di riferimento.


Maltese Italian Chamber of Commerce

La Maltese Italian Chamber of Commerce è membro dell’Associzione delle Camere di Commercio Italiane all’Estero (Assocamere) ed è ufficialmente riconosciuta dal Governo Italiano

Doppia imposizione, Residenza Fiscale e AIRE


L’Italia ha stipulato una serie di convenzioni con alcuni paesi che fanno parte dell’Unione Europea, in modo tale da evitare ai propri contribuenti che risiedono all’estero la “doppia imposizione fiscale” sia sul reddito che sul patrimonio. Nello specifico tra Italia e Malta dal 1985 esiste un accordo bilaterale per prevenire la doppia imposizione.

Quando si espatria però è molto importante tenere ben presente un fattore rilevante che riguarda le nostre tasse: la residenza fisica coinvolge direttamente la residenza fiscale, e per evitare complicazioni future è necessario che questo punto sia molto chiaro per il fisco italiano. Onde evitare fraintendimenti nel momento in cui si decide di stabilire la residenza in un determinato paese estero è sempre opportuno effettuare l’iscrizione all’AIRE in modo da ufficializzare il trasferimento (oltre ad essere di fatto un diritto, ma soprattutto un dovere di ogni cittadino Italiano).

Per iscriversi all’AIRE (è una procedura gratuita) è necessario compilare un modulo, fornito dall’ufficio consolare competente, e a tale modulo bisognerà allegare, oltre al passaporto o alla carta di identià valida per l’espatrio, anche uno o più documenti utili a comprovare l’effettivo trasferimento, come il certificato di residenza o un’eventuale copia del contratto di lavoro.

Secondo l’articolo 2, comma 2, del Testo Unico delle Imposte sui Redditi, “la sola iscrizione all’AIRE non è sufficiente per escludere la residenza fiscale in Patria”. Questo significa che un altro fattore determinante è la presenza fisica nel territorio in cui si stabilisce la propria residenza fiscale, e tale permanenza è dimostrabile dalla concreta presenza sul territorio per più di 183 giorni l’anno anche non continuativi (184 per gli anni bisestili).

Il 13 Luglio del 2012, la sentenza n. 87/1/12 della Ctr Liguria ha determinato inoltre, in via ufficiale, che nel caso in cui una persona sia costretta per motivi professionali a soggiornare in uno o più luoghi differenti dalla propria residenza fiscale, verrà considerata come residenza ufficiale quella del luogo in cui esistono i propri “legami personali” a patto che vi ritorni con regolarità.









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VAT: Imposta sul valore aggiunto


Il corrispettivo Maltese della nostra IVA è la VAT, acronimo di “Value Added Tax“, e viene applicata sulla vendita di beni e servizi ed è pari al 18%, tranne che per alcune eccezioni specifiche, ad esempio:
  • 0% per prodotti alimentari e farmaceutici
  • 0% per il trasporto nazionale ed internazionale di persone, per scambi intracomunitari
  • 5% per servizi destinati ad attività turistiche, attrezzatura sanitaria, oggetti d’arte, fornitura elettrica

Social Security e Sistema Pensionistico Maltese


Se vuoi trasferirti a Malta, sia che tu decida di lavorare come dipendente, che come libero professionista oppure intendi avviare una tua attività sul territorio, dovrai aprire la tua Previdenza Sociale Maltese e ottenere il tuo Social Security Number con una procedura rapida che non ha nessun costo di attivazione.

Ottenere un numero di Previdenza Sociale è molto semplice. E’sufficiente che tu abbia a disposizione il tuo documento di identità, può essere utilizzata sia la carta di identità (valida per l’espatrio) oppure il passaporto italiano. Se hai già ottenuto la residenza Maltese puoi presentare direttamente il tuo certificato di residenza (E-Residence).

Gli uffici della Previdenza Sociale sono dislocati in molte città maltesi, per praticità ti consiglio di recarti nell’ufficio del tuo distretto. Anche se su alcuni siti informativi scrivono che il Social Security Number si ottiene con un massimo di 3 giorni lavorativi ti posso dire che mediamente servono pochi minuti per ottenerlo.

In questo sito troverai una lista di tutti gli uffici della Social Security Maltese.

In alternativa si può richiedere il Social Security Number direttamente online attraverso il modulo presente in questa pagina del sito governativo della Social Security.

Vantaggi della Social Security Maltese

Tutti coloro che sono coperti dalla Social Security a Malta possono ricevere trattamenti presso le strutture ambulatoriali e ospedaliere senza ulteriori costi. Per eventuali cure prescritte da proseguire dopo la dimissione da eventuali ricoveri le spese degli eventuali medicinali saranno coperte dalla Social Security solo per i primi tre giorni, il periodo succesivo sarà a carico del paziente (in casi particolari la copertura assicurativa garantirà anche i giorni successivi). Per le cure odontoiatriche solo quelle d’urgenza saranno coperte dalla Social Security. Tutte le vaccinazioni verranno effettuate gratuitamente nelle strutture sanitarie pubbliche.

In caso di malattia i lavoratori dipendenti o autonomi riceveranno un’indennità economica giornaliera, a condizione che l’assicurato abbia versato almeno 50 settimane di contributi di cui almeno 20 nel corso dei due anni precedenti alla richiesta dell’indennità.

La Social Security garantisce una copertura adeguata anche per la maternità e la paternità.

La pensione a Malta

La previdenza sociale a Malta prevede pensioni di anzianità, di reversibilità e di invalidità, finanziate con una base “pay as you go” (a ripartizione). Il regime principale prende il nome di “Two Third Pension” dato che il piano pensionistico è mirato a fornire al pensionato una rendita mensile pari ai “due terzi” di quello che guadagnava con il suo lavoro.
L’attuale età pensionabile è 60 anni per le donne e 61 anni per gli uomini, sebbene dopo la riforma delle pensioni la età minima sia salita a 65 anni per le persone nate dopo il 1961.

Al fine di qualificarsi per il regime Two Third Pension una persona deve:
  • Lavorare almeno 10 anni prima del proprio pensionamento
  • Totalizzare almeno 156 settimane di contributi assicurativi versati, con una media di 50 settimane l’anno














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venerdì 26 febbraio 2016

Banche, nuovo regalo del governo: strada spianata per esproprio case. E chi compra all’asta non paga tasse



Il pretesto è il recepimento della direttiva europea per aumentare le tutele per i consumatori nei contratti di credito. L’esito è però opposto: il provvedimento dell'esecutivo punta ad agevolare in ogni modo le vendite forzose degli immobili da parte degli istituti nel caso in cui il cliente sia in ritardo con 7 rate del mutuo e si muove in parallelo alle norme introdotte a proposito delle garanzie di Stato sulle sofferenze bancarie

Un regalo a banche e speculatori, l’ennesima mazzata ai danni di cittadini e consumatori. Ci pensa il governo nella persona del ministro Maria Elena Boschi con un decreto legislativo sui finanziamenti ipotecari. E’ il suo ministero, infatti, ad aver trasmesso alla Camera l’atto del governo n. 256 che modifica alcuni punti salienti del testo unico della Finanza. Il pretesto è il recepimento della direttiva europea 2014/17 volta ad aumentare le tutele per i consumatori nei contratti di credito. L’esito è però opposto: in realtà il provvedimento del governo italiano punta ad agevolare in ogni modo le vendite forzose degli immobili da parte delle banche e si muove in parallelo alle norme che il governo ha introdotto a proposito delle garanzie di Stato sulle sofferenze bancarie.

Per accelerare al massimo il recupero dei crediti inesigibili da parte degli istituti di credito, il governo ha infatti cancellato l’articolo 2744 del codice civile, che vieta il cosiddetto “patto commissorio” e cioè “il patto col quale si conviene che, in mancanza del pagamento del credito nel termine fissato, la proprietà della cosa ipotecata o data in pegno passi al creditore”. Il superamento di questo divieto permette quindi alle banche di entrare direttamente in possesso dell’immobile e metterlo in vendita per soddisfare il proprio credito qualora il mutuatario sia in ritardo con il pagamento di 7 rate, anche non consecutive. Lo prevede esplicitamente l’art. 120 quinquiesdecies che al comma 3 recita: “Le parti del contratto possono convenire espressamente (come se il consumatore e la banca fossero sullo stesso piano nel negoziare un contratto di mutuo, ndr) al momento della conclusione del contratto di credito o successivamente, che in caso di inadempimento del consumatore (il ritardo nel pagamento di 7 rate anche non consecutive, così come definito dall’art. 40 del Testo unico della finanza, ndr) la restituzione o il trasferimento del bene immobile oggetto di garanzia reale o dei proventi della vendita del medesimo bene comporta l’estinzione del debito, fermo restando il diritto del consumatore all’eccedenza”.

Nella pressoché totale indifferenza del Parlamento, fatta eccezione per il gruppo Alternativa Libera alla Camera che ha presentato un parere per evitare il passaggio di proprietà della case alla banche, il governo si accinge dunque a togliere ai consumatori e alle famiglie le poche tutele che ad oggi esistono, incentivando la modifica unilaterale delle condizioni anche ai mutui già erogati, perché appunto la pattuizione sul trasferimento della proprietà dell’immobile a soddisfacimento del debito può essere introdotta anche in un momento successivo alla stipula del contratto di finanziamento. Il decreto però non si limita a cancellare il divieto di “patto commissorio”, ma dà anche la possibilità alle banche di vendere gli immobili a qualsiasi prezzo pur di recuperare i propri crediti. Non è infatti prevista alcuna garanzia a favore del debitore, eccetto un generico riferimento (sempre nell’articolo 120- quinquiesdecies) alla stima effettuata “da un perito scelto dalle parti di comune accordo con una perizia successiva all’inadempimento” e al diritto del consumatore ad avere l’eccedenza (se positiva) tra il prezzo di vendita dell’immobile e il rimborso del debito. Se invece la differenza dovesse risultare negativa (cioè il prezzo di vendita non è sufficiente a estinguere il debito), “il relativo obbligo di pagamento decorre dopo sei mesi dalla conclusione della procedura esecutiva”. Ed è proprio quest’ultimo passaggio a chiarire nella pratica come le banche potranno svendere gli immobili avuti in garanzia a prescindere dal loro effettivo valore.

Spianata la strada alle banche, il governo prescrive che i creditori adottino procedure per gestire il rapporto con “i consumatori in difficoltà nei pagamenti”. Di cosa si tratti di preciso non si sa, eccetto che i contenuti di tali procedure potranno essere dettati dalla Banca d’Italia – organismo indipendente che ha notoriamente a cuore la tutela dei consumatori come dimostrano i suoi reiterati tentativi di reintrodurre l’anatocismo, cioè il pagamento degli interessi sugli interessi, pratica vietata dalla legge – “con particolare riguardo agli obblighi di informativa e di correttezza del finanziatore”.

E’ evidente che il risultato di simili norme rischia di essere drammatico per migliaia di famiglie che da un giorno all’altro si ritroverebbero sul marciapiede, con le loro case vendute “al meglio”. Ma al danno – come sempre – si aggiunge pure la beffa, perché alle banche e agli speculatori è assicurata anche la defiscalizzazione pressoché totale degli importi incassati dalle vendite forzose degli immobili. Lo stabilisce l’articolo 16 del provvedimento di conversione in legge del decreto sulla riforma del credito cooperativo e la garanzia sulle cartolarizzazioni delle sofferenze: chi acquisisce gli immobili nell’ambito di vendite giudiziarie per poi rivenderli a un’acquirente finale paga un’imposta sostitutiva di appena 200 euro, contro la tassazione ordinaria del 9%. “La norma – si legge negli atti parlamentari – ha la finalità di agevolare il collocamento degli immobili in sede di vendita giudiziaria, così come in caso di assegnazione degli immobili stessi ai creditori”. La dimostrazione palmare di quali interessi difenda in ogni circostanza e sopra ogni cosa il governo Renzi.

Fonte Qui | 26 febbraio 2016

mercoledì 24 febbraio 2016

Investimenti esteri diretti in Bulgaria: dati gennaio-novembre 2015



Le statistiche della Banca Nazionale Bulgara rilasciate il 18 gennaio relative agli investimenti diretti esteri (IDE) in Bulgaria, evidenziano come nei primi undici mesi del 2015 gli IDE verso la Bulgaria siano stati di 1,47 miliardi di euro, pari al 3,3% del PIL nazionale bulgaro. Nello stesso periodo dell’anno precedente gli IDE sono stati di 1,21 miliardi di euro.
Gli investimenti di capitale, inclusi quelli nel settore immobiliare, sono stati di 988,1 milioni di euro, quasi il doppio rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente dove sono stati di 482,1 milioni di euro.
Nel periodo gennaio-novembre 2015, la maggior parte degli investimenti esteri sono affluiti dai Paesi Bassi, per un valore totale di 681 milioni di euro, questo grazie anche alla regolamentazione tributaria nazionale olandese che favorisce tali movimenti di capitali rendendo il Paese una piattaforma preferenziale dalla quale effettuare investimenti stranieri anche da società non nazionali; il secondo principale investitore straniero si è rivelato essere la Germania.

venerdì 19 febbraio 2016

Italiani di Successo: il loro Segreto è Trasferirsi all’Estero!



Vuoi avere successo nel business e nella tua attività imprenditoriale? Ti hanno spiegato che per avere successo devi seguire l’esempio di quelli che ce l’hanno fatta? In questo articolo ti spiegherò quali passi hanno compiuto gli italiani di successo per proteggere il proprio patrimonio e i propri profitti.

Se anche tu hai un’azienda/attività che fattura bene allora è giunto il momento di salvaguardare i tuoi interessi esattamente come hanno fatto coloro che hanno intrapreso questa strada prima di te.

Infatti una grandissima fetta di italiani che negli ultimi anni ha avuto successo nel mondo del business si è effettivamente trasferita all’estero. Non mi riferisco a quelli che hanno avuto successo negli anni ‘70, quando bastava mettere in piedi un’aziendina e i clienti arrivavano da soli.

Mi riferisco a quegli italiani che hanno i coglioni quadrati e che hanno imparato a guadagnare negli anni della crisi del declino economico. Questi italiani hanno deciso, praticamente tutti, di trasferirsi all’estero per consolidare ulteriormente il loro successo e reinvestire i profitti nella propria azienda o in altri investimenti.

Alcuni si sono trasferiti a Malta dove già risiedono numerose imprese digitali europee. Altri sono andati nella più tradizionale Svizzera (il canton Ticino offre condizioni molto vantaggiose). Altri addirittura sono andati nei paesi dell’Est che offrono condizioni estremamente vantaggiose (Albania, Bulgaria, Serbia, Romania….)

La necessità di trasferirsi all’estero è dovuta anche agli enormi sacrifici che questi italiani hanno compiuto negli anni senza aver ricevuto alcun aiuto da parte dello Stato italiano. Anzi hanno avuto successo nonostante i tentativi di sabotaggio dello Stato, come ben sappiamo.

Queste sono persone che hanno sacrificato una buona parte della loro vita nel loro lavoro e nel loro sogno. Per questo moitvo non avevano alcuna intenzione di vedereselo portare via per colpa di un’agenzia delle entrate sopsettosa e inquisitoria.

Sto esagerando? Vediamo cosa ne pensa Infocamere…

Secondo Infocamere nella manifattura una società su due ha visto aumentare le tasse rispetto al 2013.

banner-trasferimento-sicuro

Nonostante gli annunci del governo Renzi InfoCamere ha dimostrato che le imprese italiane e i professionisti hanno visto aumentare ulteriormente la pressione fiscale. Il Fisco italiano continua a tartassare l’unica categoria di persone che continua a produrre valore e ricchezza in questo paese: imprenditori, artigiani e professionisti.

Il tax rate medio si attesta al 32,8% dei profitti, arrivando al 35,5% delle attività manifatturiere e al 36,4% di quelle commerciali (i due settori con più imprese) e sfiorando il 40% per le Pmi di molte grandi città.

Il bello è che queste cifre si applicano ai risultat ante-imposte, cioè quello che rimane dopo che i manager hanno fatto fronte a tutti gli altri costi, compresi i contributi previdenziali, il Tfr e le imposte diverse da Ires e Irap.

Non si vede alcun segnale di riduzione delle tasse.
La Strada per il Successo Professionale passa per il Trasferimento all’Estero

Il trasferimento all’estero è l’unica forma di salvezza che hai per portare avanti la tua attività, guadagnare, mantenere i profitti e restare al 100% nella legalità. Tutti gli italiani che hanno avuto successo si sono dovuti scontrare con il problema Burocrazia e l’hanno risolto proprio in questo modo.

L’alternativa è quella di non pagare le tasse, ma significherebbe non dormire sonni tranquilli e rischiare di vedersi recapitata una multa salatissima dall’agenzia delle entrate. Perché cercare metodi illegali quando puoi trasferirti in un altro paese in maniera 100% legale?

Andando all’estero sei perfettamente in regola con il Fisco italiano e puoi tornare in Italia quando preferisci senza rischiare di essere arrestato alla frontiera. Infatti il trasferimento di residenza fiscale all’estero è un’operazione perfettamente legale e garantita dai trattati internazionali. Lo Stato italiano non può impedirti di trasferirti in un altro Stato.

Inoltre non può impedirti di continuare ad avere clienti in Italia. Puoi tranquillamente vivere a Tirana, Lugano o Gran Canaria e gestire clienti italiani.

Dopotutto questo già accade: le imprese straniere che vendono in Italia dall’estero non sono soggette alla tassazione italiana. Quindi la tua diventerebbe un’azienda estera a tutti gli effetti.

Sono numerosi gli Italiani che già lo fanno. Molti di questi gestiscono i clienti italiani da La Valletta grazie proprio ai vantaggi fiscali offerti da Malta e dalla sua altissima qualità della vita. Il clima è mediterraneo, i servizi sono da paese anglosassone e il cibo è ottimo in quanto unione di cucina italiana, araba, greca, turca.

Ad ogni modo, i paesi che offrono riparo agli impavidi imprenditori italiani sono numerosi sia in Europa che in altri continenti. Devi solo sceglierne uno.










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