venerdì 28 agosto 2015

Usare una Società Offshore come Prestanome per Proteggere la Privacy



Usare una Società Offshore come Prestanome per Proteggere la Privacy

Usare una società offshore per proteggere la propria privacy o per ri-fatturazione è uno degli usi comuni per le società offshore.

Interporre, una società offshore come prestanome non è veramente in sé un’opzione di risparmio fiscale, anche se i benefici sulla privacy significherebbe che si potrebbe essere usata insieme con altre strutture di pianificazione fiscale.

La premessa fondamentale è che uno degli svantaggi di usare una società offshore è che le autorità fiscali in alcuni paesi con tasse elevate possono prestare molta attenzione a società delle isole Cayman o di Panama.

Tuttavia, tramite una società in una giurisdizione non classificata come paradiso fiscale si sarebbe meno propensi a sollevare sospetto anche se naturalmente, non si ha nulla da nascondere, ma spesso è meglio evitare lunghe inchieste fiscali.

Grazie ai suoi tanti territori offshore classificati come paradisi fiscali, le società inglesi si prestano bene a questo.
Infatti, una società britannica puo essere creata per essere usata come agente per poi agire per conto di una società offshore basata in un paradiso fiscale.

Questo è fondamentalmente un accordo di agenzia con la società inglese essendo l’agente e la società offshore essendo quella principale.
Pertanto qualsiasi business che fa la società inglese è a nome della società nel paradiso fiscale.

Il tipo di attività che la società inglese puo’ svolgere include il negoziato di accordi, marketing, amministrazione e così via.
La società inglese puo’ fare fattura i clienti per servizi prestati e quindi pagare il denaro ricevuto alla società del paradiso fiscale, meno una piccola spesa per i servizi forniti.

La società nel paradiso fiscale è effettivamente tenuta fuori dalle operazioni di trading e a tutti gli effetti i clienti trattano direttamente con la società britannica.
Questo può rassicurare anche eventuali imprese che potrebbero altrimenti non voler trattare con una società in un paradiso fiscale.

Notare che affinché questo sia un buon accordo commerciale, la società agente dovrebbe far pagare qualcosa alla società nel paradiso fiscale per la fornitura dei suoi servizi.

Per le leggi del transfer pricing in molti paesi l’importo da pagare dovrebbe essere attentamente considerato e basato su un tasso di mercato del 5-15% del fatturato lordo.
Eventuali spese della società agente vengono detratte contro questo e sarà pagato in Gran Bretagna in questo caso il reddito imponibile.
Il denaro potrebbe allora essere estratto da eventuali azionisti non residenti liberi delle imposte sul reddito.

Il vantaggio di questa disposizione è che una società residente è meno probabilità di essere soggetta al controllo di una società basata offshore in un paradiso fiscale.
Naturalmente, se fatto in modo appropriato questo tipo di struttura non da’ preoccupazioni anche se bisogna considerare le giurisdizioni in esame e il fatto che prima di procedere bisogna come sempre affidarsi a consulenti professionali che prendano in esame il caso specifico.

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Aprire un Conto Corrente a Cipro



Cipro Paradiso Fiscale a Bassa Tassazione tra i più Popolari d’Europa

Cipro è uno dei paradisi fiscali cardine dell’Europa ed è solo quattro ore di volo dal Regno Unito e Italia.


È una destinazione ideale per coloro che vogliono evitare plusvalenze e sta diventando sempre più popolare per aprire società offshore.

Uno dei vantaggi principali di Cipro è che ha trattati fiscali sulle doppie imposte con oltre 30 paesi, tra cui la maggior parte dei principali paesi a ‘alta tassazione’ occidentali e la maggior parte degli Stati dell’Europa centrale e orientale.

Questo è insolito per un paradiso fiscale e significa che Cipro è un’ottima scelta per le aziende di detenzione e di investimento.

Per l’imposta sul reddito le aliquote variano dal 20% al 30%, anche se c’è una tariffa speciale del 5% per i pensionati e c’è un’esenzione di 14.000 euro circa per ogni individuo.

Tuttavia, la bellezza di Cipro sono appunto le esenzioni.

Tutte le seguenti sono libere dell’imposta sul reddito:

• Interesse ricevuto da individui

• 50% del reddito di interesse delle aziende

• Dividendi

• Profitti delle stabili organizzazioni che esercitano un commercio all’estero

• Profitti derivanti dalla cessione di quote

• Reddito da lavoro servizi forniti all’estero per un datore di lavoro non residente tuttavia, Cipro riscuotere un “contributo speciale per la difesa” su determinati tipi di reddito.

Interessi attivi sono di solito a pagamento 10% mentre i dividendi sono soggetti ad una tassa del 15%.

Cipro offre anche un regime fiscale di plusvalenze attraente.

E sono prelevate al tasso del 20% sui guadagni derivanti dalla disposizione dei terreni e proprietà situati a Cipro o cessione quote in una società (escluse le azioni delle società quotate) che possiede terreni o proprietà situata a Cipro.

C’è anche un’esenzione da queste plusvalenze sul trasferimento di tali beni tra membri della famiglia (ad esempio tra i coniugi o figli).

Pertanto se un residente a Cipro possiede proprietà all’estero non si paga nulla a Cipro sulla cessione.

Così una disposizione di un altro paese sulla proprietà non sarebbe soggetto all’imposta cipriota se si e’ residente cipriota.

Cipro ha guadagnato popolarità grazie ai suoi trattati con paesi dell’Europa orientale.

Questi consentono un’entità legale a Cipro di estrarre profitti da paesi dell’Europa orientale a tassazione ridotta o senza imposta da pagare.

Questo è grazie alla zero tassi di ritenute su dividendi, interessi e royalties stabilite nei trattati.

Dato che molti paesi dell’Europa orientale stanno facendo maggiori investimenti verso l’interno, l’interesse per le aziende di Cipro (al fine di trarre vantaggio da queste basse ritenute d’acconto) rischia di continuare a crescere.

Cipro è una buona scelta per gli europei visto che non è troppo lontano da casa, ma offre un ottimo ambiente di bassa imposizione con un basso costo di vita.

In realtà è uno dei paesi più economici in Europa e questo è un grande vantaggio per potenziali emigranti, in particolare dei pensionati.

È un ambiente completamente diverso rispetto ai paradisi fiscali dei Caraibi, che sono, in generale, paesi in via di sviluppo seppur con alcune zone altamente sviluppate.

Cipro è un paese ben sviluppato con ottimi collegamenti di trasporto e di comunicazione e una buona scelta di ristoranti, grandi magazzini.

A Cipro da marzo a novembre il sole splendente e il resto dell’anno e’ più fresco con un bel po ‘ di pioggia a gennaio e febbraio.

Tutto sommato, è un clima mediterraneo con un sacco di sole.

Cipro è anche una buona scelta per i genitori con bambini piccoli, come le scuole sono generalmente buone e si può scegliere tra stato e scuole private.

Il tasso di criminalità è molto basso, in particolare rispetto ad altri paesi dell’Europa occidentale, anche se è in aumento.

È anche più facile per i residenti europei per stabilire la residenza a Cipro ora che fa parte dell’Unione europea.

Al fine di essere classificato come residente cipriota è necessario passare almeno 183 giorni nel paese durante l’anno fiscale.

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Le Isole Bahamas



Le Bahamas sono costituite da circa 700 isole e 2.500 atolli che si sono diffuse a oltre 750 miglia nell’Oceano Atlantico.

In realtà sono abitate solo alcune di queste isole.

Le Bahamas sono uno dei migliori paradisi fiscali dei Caraibi e, come Anguilla, è un paradiso fiscale dove non si pagano tasse.

Quindi non c’è nessuna:

Imposta sul reddito

Imposta sulle società

Imposta di successione

Tuttavia, Bahamas è veramente una giurisdizione senza tasse e non riscuotere neanche eventuali imposte sulle vendite.

E questa situazione favorevole si applica a tutti, anche a società e trust.

Ci sono ottimi collegamenti e l’aeroporto ha voli giornalieri mezza dozzina da Miami e altre destinazioni principali come Londra e New York.

Per i residenti Americani le Bahamas sono particolarmente interessanti, perché è il paradiso fiscale più vicino agli Stati Uniti.

Si può impiegare 45 minuti a volare da Florida a Nassau.

Nelle Bahamas si può aspettare un sacco di sole e vita all’aperto con attività come il tennis, basket, immersioni subacquee, golf, snorkeling, pesca e cricket tutti molto popolari.

Le Bahamas sono relativamente a bassa criminalità, anche se a Nassau c’e’ un alto livello di consumo di droga tra la gente del posto.

Anche se le Bahamas non hanno praticamente nessuna tassazione, il governo deve avere delle entrate da qualche parte.

Questo lo fa facendo pagare tasse di licenza alle società, imposta di bollo, tasse di proprietà e, peggio di tutto, tasse all’importazione.

I dazi all’importazione in media sono del 40% quindi se avete intenzione vivere alle Bahamas, il problema principale è probabile l’alto costo della vita.

Come sempre dipenderà sullo stile di vita che si sceglie.

Se si mangiano prodotti locali, vi costerà molto meno.

Le Bahamas sono una delle mete più popolari tra i paradisi fiscali dei Caraibi.

Il settore bancario è enorme e ha acquisito un’ottima reputazione come location per offshore banking.

Tuttavia, è giusto dire che il suo appeal si e’ indebolito leggermente tra residenti Americani in seguito alla firma di un accordo per lo scambio di informazioni (IEA) con il governo americano.

Tuttavia, le Bahamas offrono ancora un’eccellente riservatezza ai residenti di altri paesi.

L’AIE permette l’US Internal Revenue Service di ottenere dettagli dei conti offshore tenuti dai residenti americani e oltrepassare il segreto bancario di solito rigoroso delle Bahamas.

Si noti che molti dei ‘grandi’ paradisi fiscali hanno firmato l’AIE comprese Isole Cayman, Bermuda e Jersey.

Se si cerca un paradiso fiscale che non abbia accordi, provare con Anguilla che sebbene abbia un trattato di mutua assistenza giudiziaria UK-USA, esclude espressamente reati fiscali.

Per diventare residente nelle Bahamas è necessario ottenere un permesso di soggiorno.

Questo può essere difficile a meno che non si e’ inviati a lavorare lì o si e’ disposti a investire notevoli somme di denaro.

Generalmente i lavori non sono aperti agli stranieri, a meno che non si dispone di una particolare abilità che non è disponibile localmente.

Se avete bisogno di un permesso di soggiorno è necessario farne richiesta al Consiglio di amministrazione dell’immigrazione a meno che uno sia uno dei principali investitori internazionali o ha in programma di acquistare un immobile alle Bahamas per almeno $500,000, il rilascio di un permesso di soggiorno è improbabile.

Le proprietà nelle Bahamas tendono ad essere più costose che in altri paesi dei Caraibi (ad eccezione delle Isole Cayman), e ci si può’ aspettare di pagare circa 1 milione di dollari per una bella struttura fronte mare di quattro camere da letto.

Proprio come in Anguilla, se stai cercando una società offshore senza tasse, una International Business Company (IBC) delle Bahamas può essere sla scelta giusta.

Con privacy finanziaria tradizionalmente buone, le Bahamas è un luogo popolare per le società non residenti.

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giovedì 27 agosto 2015

Tassazione Belize



Belize è un paese indipendente vicino al Messico e proprio come le Barbados non si pagano tasse su plusvalenze o l’imposta di successione ma ci sono imposte sul reddito che possono essere molto alte.

L’aliquota d’imposta per i dipendenti può arrivare al 45% e ci sono anche da pagare i contributi sociali.

Belize ha anche una legge di tassazione speciale per gli individui che sono residenti ma non domiciliati lì: si paga solo l’imposta sui redditi derivati in Belize.

Questo pertanto esenta dall’imposta la maggior parte immigrati che di solito mantiene i propri soldi investiti offshore.

Sono principalmente gli individui che lavoro a Belize che pagano le tasse sul reddito.

Naturalmente, non è solo l’ambiente fiscale che deve essere considerato.

Bisogna considerare se Belize è il genere di posto dove si vorrebbe vivere.

Per quanto riguarda i paradisi fiscali Belize è senza dubbio uno dei meno sviluppati e deve essere considerato solo se si desidera una vita tranquilla.

Il tenore di vita è relativamente basso.

È possibile ottenere i prodotti occidentali ma a caro prezzo.

Acquistare una proprietà in Belize è piuttosto semplice e non esistono restrizioni reale sugli stranieri.

Confrontato con altri paradisi fiscali alcune proprietà sono a buon mercato. Si può comprare un appartamento bilocale fronte oceano per meno di 70.000 euro.

Data la sua crescente reputazione come centro di traffico di droga, Belize non è solitamente pensato come il posto dove andare, se si vuole sfuggire al crimine.

Tuttavia, Belize ha rigide leggi antidroga e il problema tende a essere limitato alle grandi città.

Le aziende locali di Belize pagano l’imposta sulle società al tasso del 35%.

Ma, se si sta pensando di utilizzare un’entità offshore non si utilizzerà una società Belizean ‘standard’ ma una società Belizean business internazionale (IBC) che è esente da tutte le forme di tasse a Belize.

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Vantaggi di Belize

Belize non è un posto ideale per una società offshore o holding per la mancanza dei trattati fiscali di doppia imposizione con altri paesi visto che ci sono trattati solo con il Regno Unito, Svezia, Danimarca, alcuni paesi dei Caraibi e Austria.

Come ottenere un permesso di soggiorno

Uno dei vantaggi di Belize è che ha requisiti di residenza piuttosto lassista e ci sono alcuni programmi stabiliti che efficacemente consentono di acquistare la residenza in modo molto facile.

C’è anche un programma speciale per i pensionati dove per ottenere la residenza permanente le condizione sono di avere almeno 45 anni, guadagnare almeno 2.000 $ al mese e trascorrere almeno una parte dell’anno in Belize.

Naturalmente si mira a incoraggiare gli stranieri a portare i contanti e rilanciare l’economia locale e dalla prospettiva dell’immigrante, prendendo in considerazione i prezzi bassi di proprietà e la soglia di basso reddito, offre un’ottima occasione per stabilire uno stile di vita di paradiso fiscale ad un costo minimo iniziale.

È anche possibile stabilire la residenza a Belize diventando un residente permanente regolare.

Per qualificarsi non dovete depositare una somma con la Banca centrale ma, come previsto, si deve dimostrare di avere sufficienti risorse finanziarie a sostegno di se e della propria famiglia.

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Aprire un Conto Corrente a San Marino

Come aprire un conto corrente a San Marino?


Aprire un conto corrente a San Marino non presenta procedure differenti rispetto a quelle adottate dalle banche italiane.

Prima di tutto bisogna essere maggiorenni, ed è necessario essere in possesso di un documento valido di riconoscimento, quale la carta d’identità o del passaporto.
Inoltre, è indispensabile essere in possesso della capacità giuridica da parte del soggetto richiedente l’apertura di un conto corrente nella Repubblica di San Marino.
E’ necessaria anche una prova di residenza a San Marino, che può essere esibita, ad esempio, con una bolletta intestata.

Per aprire un conto corrente a San Marino basta recarsi di persona in una delle filiali o si può optare per l’apertura di un conto corrente online.
Bisogna ricordare che a differenza dell’Italia a San Marino c’è la libera circolazione del denaro fino ad una somma di circa 14500 euro.
Dal mese di luglio (2013) per ciò che riguarda i conti correnti di San Marino non sono più coperti dal segreto bancario, grazie alla rettifica della convenzione tra la Repubblica di San Marino e la Repubblica Italiana. Alla richiesta da parte dell’autorità giudiziaria verrano forniti i dati richiesti.
Con questo trattato vengono risolte, inoltre, le controversie per ciò che riguarda la doppia residenza, dove da ora in poi si riterrà valida la residenza effettiva.

Le banche principali di San Marino sono: Carisp la Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino, BSM Banco di San Marino, la BAC e molte altre.

Spesso ci si reca a San Marino con borse piene di contanti, cercando di mettere in sicurezza i propri risparmi.
Ma sappiamo bene che spesso si trattano di fondi neri o di proventi in nero o comunque soldi non dichiarati, per questo motivo la Repubblica di San Marino resta nella lista nera dei paradisi fiscali

Come Investire in Crowdfund



Negli investimenti crowdfund le nuove imprese utilizzano i siti di social media come Twitter, Facebook e LinkedIn per connettersi con la comunità e attrarre in questo modo un vasto numero di investitori i quali contribuiscono, sebbene in una piccola parte al capitale d’investimento di cui la società necessita. A questo riguardo è opportuno fare attenzione ai regolamenti in vigore atti a limitare gli investimenti in crowdfound poichè la percentuale di fallimento delle nuove imprese è molto alto e si tende perciò a tutelare gli investitori non particolarmente esperti che possono sottovalutare il rischio in investimenti crowdfunding.

Come riconoscere gli investimenti di valore: il valore dell’investimento è un fattore chiave se si mira ad un ritorno redditizio, in sostanza bisogna scegliere un investimento che ne valga la pena. Ad esempio si possono mettere insieme tutti i beni immobili e mobili di un’azienda ed assegnare loro un valore ma questo non vi dirà nulla riguardo a quello che è veramente importante in un business.
Quello che è importante sapere, il potenzile per fare un investimento di valore è quello di valutare il valore intrinseco di un business ossia riconoscere quando un business è sottovalutato.

Come riconoscere gli investimenti socialmente responsabili: sono molti gli investitori che cercano di allineare le propire opzioni di investimento con i loro valori e i propri principi. Anche se le opzioni di investimento sono per lo più le stesse per qualsiasi investitore, per fare un investimento socialmente responsabile si deve prendere in considerazione più che il rendimento le scelte che la società mette in atto. Inoltre si può prendere in considerazione anche la cultura dell’azienda, i suoi prodotti e l’impatto che essa ha nella comunità.

Consigli sulle Strategie di Investimento



Indipendentemente da quale mezzo di investimento si sceglie, sia che si tratti di un investimento tradizionale o ad alto rendimento, se si vuole investire bisogna farlo con intelligenza, il che significa prendere giuste decisioni su dove investire i propri soldi e saperre quando è il momento giusto per fare un affare.
Le strategie di investimento da utilizzare variano a seconda del tipo di investimento che si sceglie di fare.
Spesso, la linea di separazione tra un investimento di successo e uno fallimentare è dato dalla conoscenza del valore dell’azienda in cui si sta investendo, altre volte,invece, il punto chiave è dato dal saper riconoscere una tendenza, ossia ciò in cui il mercato è diretto o verso dove si sta dirigendo, solo così si può battere gli altri investitori.

Cos’è l’analisi tecnica

Un analisi tecnica risulta essere molto utile come materiale da utilizzare prima di fare un investimento a breve termine ma anche un investimento a lungo termine. Per analisi tecnica si intende lo studio del comportamento dei prezzi dei titoli e di come sfruttare queste informazioni per fare investimenti redditizi, spesso questi sono dei grafici di mercato temporale che seguono i trend del mercato stesso. Le analisi tecniche sono ideali per gli operatori ,ossia coloro che traggono profitti dalle negoziazioni, ma non lo sono per gli investitori ossia coloro che posseggono questi titoli come veicoli di risparmio. Con l’analisi tecnica, l’obiettivo è quello di identificare le tendenze dei prezzi per un certo periodo di tempo e / o una previsione del prezzo al fine di acquistare e vendere quel determinato titolo per trarne un alto profitto.

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Paradisi Fiscali e Società Offshore



Informazioni sul Uso Legale ai Fini Fiscali delle Società Offshore e Tipi di Paradisi Fiscali in Europa e nel Mondo con Relative Tassazioni dei Paesi a Regime Fiscale Agevolato. Come Aprire una Società Offshore e Risparmiare sulle Tasse in Modo Legale.


Cos’è un paradiso fiscale?

La traduzione inglese di paradiso fiscale è “Tax Haven” che letteralmente sta a significare riparo dal fisco, ma nel linguaggio comune viene normalmente tradotta con il termine “paradiso fiscale”, probabilmente anche per la confusione che sorge nel tradurre haven che può avere un duplice significato e cioè rifugio o heaven – paradiso per l’appunto.

In realtà ciò che la locuzione identifica è una situazione in cui esistono norme fiscali che consentano ad attività economiche, investimenti, redditi, trasferimenti di beni e diritti, di non attrarre tassazione o di attrarne una comparativamente assai ridotta o di ridurre il carico fiscale complessivo altrimenti gravante sul contribuente.

Quello che si chiamano comunemente in Italia Paradisi Fiscali dove si adottino mezzi come società offshore, trust, fondazioni sono solo mezzi legittimi se propriamente utilizzati di quello che viene chiamata pianificazione fiscale internazionale.

Di seguito si possono trovare informazioni non solo su Paradisi Fiscali come Montecarlo, Isola di Man, Lussemburgo, Principato del Liechtenstein, Andorra solo per citare alcuni dei paradisi fiscali piu’ popolari in Europa utilizzati per aprire società offshore e conti correnti ma anche si prendono in considerazioni paesi non europei i quali offrono molto a coloro che vogliono proteggere i propri beni con Trust e fondazioni o aprire una qualsiasi attività offshore conveniente per il proprio business utilizzando i vantaggi di paradisi fiscali come Panama, Belize, Hong Kong o dei paesi con regime fiscale piu favorevole in Europa come Irlanda, Cipro, Malta, Inghilterra, Svizzera, Isole Canarie e ovviamente paradisi fiscali come vengo intesi da molti quelli in cui non si pagano tasse o dove le imposte sono solo marginali come le Isole Cayman, Bermuda, Isole Vergini Britanniche e molti altri.

Aprire società offshore o conti correnti cifrati o anonimi hanno varie motivazioni anche se a volte vengono visti come mezzi per perseguire fini illegali non sempre e’ cosi, visto che molti Paesi offrono queste opportunità e naturalmente fatto nel modo giusto utilizzo di paradisi fiscali o paesi a tassazione agevolata e’ totalmente legale.

Normale e’ l’utilizzo di società offshore ai fini di una pianificazione fiscale internazionale per poter risparmiare sulla tassazione. Sono infatti, molte le multinazionali che utilizzano i regimi fiscali piu’ favorevoli ai propri affari per costituire una rete spesso complessa di società, trust, fondazioni e holding proprio per minimizzare le imposte e tutto in modo legale, visto che usufruiscono delle leggi messe a disposizione da diversi Paesi europei e non.

Alcune di queste multinazionali sono abbastanza famose per citarne un paio: Google e Apple ma quasi tutte utilizzano una pianificazione fiscale che comprende molti paradisi fiscali o nazioni a regime fiscale agevolato.

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mercoledì 26 agosto 2015

Malta Paradiso Fiscale a Bassa Tassazione



Malta si trova nel Mediterraneo, appena sotto la Sicilia.

Non è un nota e pubblicizzata come altri paradisi fiscali ma offre alcune agevolazioni fiscali eccellenti per individui che vogliono stabilirsi in un paradiso fiscale con tasse basse e flessibili.

A Malta le aliquote del reddito imponibile sono molto alte, infatti si viene tassati al 35%.

Tuttavia, se viene classificati come ‘residente permanente’ le aliquote fiscali sono molto più basse.

Si e’ soggetti in tal caso ad un’imposta sul reddito del 15% sul reddito locale o reddito offshore che si rimette a Malta.

Malta offre anche l’esenzione di non DOMICILIATARIO (come il Regno Unito, Irlanda e Barbados) affinché solo il reddito offshore effettivamente portato in Malta è tassato.

Inoltre, non ci sono tasse quando si vendono beni offshore e non vi è alcuna tassa di successione.

Sembra un buon rivale per alcuni paradisi fiscali europei a bassa tassazione come Cipro, l’isola di Man e Irlanda.

Vale anche la pena notare che Malta ha un discreto numero di trattati di doppie imposizioni, che possono contribuire a garantire che il reddito offshore sia solo tassato a Malta.

L’accordo con il Regno Unito, ad esempio, può aiutare a garantire che le pensioni UK non siano soggette ad alcuna imposta nel Regno Unito e siano tassate a Malta al solo il 15%.

Così Malta potrebbe essere una destinazione attraente pensionamento.

A prescindere dal basso tasso fiscale, come residente ci si qualifica per alcuni assegni esentasse per una coppia sposata.

È possibile utilizzare l’esenzione al domicilio per sfuggire al fisco Maltese mantenendo tutti i soldi fuori del paese, come le autorità maltesi vorrebbero solo un minimo di 1.000 Lira Maltese (circa $3.100) imposta ogni anno.

Tuttavia, anche se non si guadagna molto, Malta offre ancora una grande opportunità per tagliare le tasse.

Un altro punto è che l’acquisizione della residenza permanente a Malta non è poi così difficile come in altri paradisi fiscali.

Il governo Maltese si adopera per attirare i cittadini stranieri nell’isola.

Al fine di essere accettata, il primo passo è di soddisfare le autorità che avete abbastanza reddito o il capitale per supportare se stessi.

Sarà pertanto necessario dispone di un reddito annuo di almeno $30.000 o beni di almeno $450.000.

È necessario anche dimostrare che si può portare almeno $18.000 nel paese ogni anno e $3.000 per ciascuno dei dipendenti di società.

L’applicazione deve anche essere accompagnata da riferimenti di carattere.

Obiettivamente i requisiti di cui sopra non sono così difficili da soddisfare, soprattutto quando si prendono in considerazione i vantaggi fiscali.

Una volta che si riceve il permesso di soggiorno permanente, si hanno 12 mesi per l’acquisto di un appartamento per almeno $60.000, una casa per $100.000 o per affittare una proprietà per almeno $3.600 annuo.

Oltre a questo, i requisiti sono molto flessibili, e si ha libera circolazione dentro e fuori dell’isola.

Il tenore di vita è molto alta, con buone scuole e strutture mediche (Quinta classificata nel mondo dall’organizzazione mondiale della sanità).

L’Università di Malta ha una reputazione eccellente ed è aperta ai figli dei residenti permanenti.

L’isola vanta un’eccellente stile Mediterraneo, con ottimi ristoranti, un casinò e golf resort.

Il tasso di criminalità è ancora molto basso.

Mentre si ha un elevato tenore di vita, il costo della vita è sorprendentemente inferiore rispetto ad esempio, UK, Spagna, Portogallo, Francia, Italia e Cipro.

Le proprietà a Malta hanno prezzi abbastanza ragionevoli se confrontati con alcune altre destinazioni europee.

Una villa a schiera tre camere con un grande giardino può costare circa $342.000.

Un appartamentino di una camera con vista sul mare può costare circa $100.000.

In termini di infrastrutture, Air Malta offre voli verso un’ampia selezione di destinazioni europee e l’isola ha eccellente accesso internet a banda larga.

Nel complesso, Malta offre benefici eccellenti e dovrebbe essere data seria considerazione da tutti coloro che vogliono vivere in un paese con basse aliquote fiscali e uno stile di vita mediterraneo.

Malta sta guadagnando crescente rilievo come una giurisdizione dove aprire società offshore (IBC offshore).


A Malta, queste aziende sono note come International Trading Companies.

Quando è posseduta da residenti non maltesi, queste società sono soggette all’aliquota base del 35% di tasse, ma sono dati rimborsi per ridurre l’aliquota fiscale effettiva (di solito) inferiore al 5%.

A seguito di indagini EU su pratiche discriminatorie, esistenti International Trading Company efficacemente è stata abolita nel gennaio 2007 ed è stata sostituita con un sistema di imputazione per residenti e non residenti che amplia il suo appeal di paradiso fiscale a bassa tassazione.

Aggiunto al fatto che Malta ha una grande rete di trattati di doppie imposizioni (compresi i trattati con tutti gli Stati membri dell’UE), significa che può essere un’altra buona scelta per aprire una società offshore e conti correnti bancari offshore.


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Uso legittimo e non dei Paradisi Fiscali



I paradisi fiscali esteri si prestano quasi sempre ad un uso illegittimo, per lo più sfruttando caratteristiche della legislazione dello Stato stesso in oggetto che non appartengono alla sfera fiscale e che pertanto non appartengono al cosidetto paradiso fiscale.

Gli usi illegittimi sono dunque dei più vari, considerato che spesso in detti Stati è prevista la possibilità di costituire una società di capitali al proprio interno senza particolari formalità (ad es. l’assenza di un minimo capitale sociale, la possibilità di avere azioni al portatore, l’assenza di limiti all’indebitamento oltre misura rispetto al capitale sociale, l’assenza di obbligo di nominare amministratori che siano persone fisiche, come quello di certificazione del bilancio), senza contare poi che in molti Stati viene rilasciata l’autorizzazione ad esercitare l’attività bancaria e finanziaria in genere, senza richiedere stringenti requisiti patrimoniali e di affidabilità e soprattutto, viene garantito il segreto bancario, a tal punto che la stessa banca non sa chi sia il beneficiario economico del conto che è stato aperto.

Il quadro può essere completato con un sistema penale, che non preveda il reato di evasione fiscale, di falso in bilancio, di insider trading, di corruzione e di riciclaggio.

Consentendo, dunque, ai paradisi fiscali l’anonimato azionario, bancario o entrambi, essi vengono utilizzati a titolo illegittimo, posto che dell’anonimato si approfitta per compiere trasferimenti, inter vivos e mortis causa, che altrimenti attrarrebbero l’imposizione fiscale del paese cui l’operatore appartiene.

Tuttavia in tali casi l’esistenza del paradiso fiscale non costituisce l’incentivo principale.

È la combinazione dei due risultati, che rende attraente il ricorso a simili operazioni.

Lo stesso risultato si raggiunge nel caso delle Anstalt mediante la redazione di un atto di designazione del beneficiario con il nome in bianco, cosicché il certificato circola come un titolo al portatore.

Gli usi dell’anonimato tuttavia non si esauriscono in questo e la loro combinazione con il concetto di paradiso fiscale, che risulta essere diffusa in ogni paese, sembra dovuta a due ordini di ragioni.

La ovvia ragione giuridica è che la maggior parte degli Stati “latini” hanno una moneta debole e cercano di tutelarla mediante legislazioni assai restrittive in tema di cambi e di possesso di disponibilità di valuta estera.

Il ricorso all’anonimato tende perciò a coprire non solo l’evasione fiscale, ma prima ancora l’evasione valutaria.

La , invece, sta nel rapporto fra il cittadino ed il fisco: il contribuente inglese od americano si sentono impegnati in una gara sportiva con il fisco, una gara di astuzia ed abilità, in cui si compete a carte scoperte.

Enorme è infatti in tali paesi, alla scadenza della denuncia dei redditi la produzione di volumetti illustrativi volti a far pagare meno tasse ai contribuenti, evidenziando la possibilità di ricorrere soprattutto ai paradisi fiscali interni, ma in alcuni casi a quelli esterni.

Resta infine da menzionare la posizione dell’integrazione europea nel discorso dei paradisi fiscali, materia che oltre sarà ampiamente sviluppata, ma che in prima battuta può essere riferita mettendo in luce che la libertà di circolazione dei capitali e più in generale, dei movimenti finanziari, sta radicalmente trasformando la funzione stessa dei paradisi fiscali, posto che numerosi obiettivi che prima richiedevano strutture complesse sono ora alla portata di tutti in ambito europeo.

L’integrazione comunitaria pone tuttavia due ordini di problemi sotto il profilo dei paradisi fiscali: da un lato, il controllo delle operazioni che hanno luogo oltre la frontiera nazionale; dall’altro l’impiego di Tax Havens propri dello Stato comunitario cui si ha oramai libero accesso.

Circa il primo aspetto, l’amministrazione finanziaria ha aggiunto nuovi prospetti alle denunce dei redditi, ma essi appaiono di scarsissima efficacia.

Dubai Imprese Offshore e Investimenti



Dubai è diventata una destinazione sempre più popolare per gli investitori di tutto il mondo che cercando di investire nel settore immobiliare locale o guadagnare uno stipendio esentasse.

Dubai è un paradiso fiscale a zero tasse per le persone ed inoltre non c’è nessuna:
  • IRPEF
  • Plusvalenze fiscali
  • Imposta di successione
  • Imposta sulle vendite
Dubai inoltre, regge bene il confronto con gli altri paesi definiti paradisi fiscali.
Infatti, Dubai, ha circa 40 trattati fiscali, essendo parte degli Emirati Arabi Uniti, che è raro per un paradiso fiscale, anche se questi tendono principalmente a dar beneficio alle imprese di Dubai permettendo ridotte ritenute d’acconto sui dividendi.

Se si e’ interessati ad investimenti immobiliari a Dubai si sarà felice di sapere che l’acquisto di una proprietà dà diritto a fare domanda per un permesso di residenza dando gratuita entrata e uscita da Dubai.

Molto è stato detto sugli investimenti immobiliari a Dubai tuttavia, si dovrebbe tenere bene in mente che non si ha libertà di acquistare immobili ovunque, i non residenti possono acquistare solo la proprietà all’interno di zone speciali e sono principalmente limitati a nuovi sviluppi.
I prezzi degli immobili a Dubai sono ancora ragionevoli e si potrebbe raccogliere un grazioso appartamento a due camere per 100.000 euro.

Una preoccupazione degli investitori immobiliari più cauti è come le leggi di successione locali si applicheranno alla loro proprietà se muoiono. Questa è una cosa complessa, ma ci sono regole specifiche successione forzata che rischiano di essere diversi da quelli nei principali paesi europei.

Per questo motivo molto optano per investire in immobili a Dubai attraverso una società offshore.
Il vantaggio di questo è che le azioni della società offshore possono essere trasferite solitamente conformemente alle norme del paese in caso di successione.

In termini di lifestyle, è noto che vivere a Dubai è l’ideale, avendo un tasso di criminalità molto basso e scuole molto buone con ottime strutture sanitarie.

Dubai è famosa per le sue strutture commerciali con oltre più di 50 grandi centri commerciali, ci sono anche i mercati locali o Souk dove si possono trovare ottime occasioni.

Beni Hi-Tech come computer e altri dispositivi elettronici domestici possono essere acquistati a prezzi stracciati. Il costo della vita a Dubai è anche molto ragionevole.

Dubai è un paese musulmano, e come tale è necessario essere consapevoli delle regole.
Detto questo, è giusto dire che Dubai è probabilmente il più occidentale degli Emirati Arabi, come ci si può aspettare visto che oltre il 50% della popolazione sono stranieri, e pertanto le regole non sono così rigide come in altri Stati musulmani.

Pertanto a Dubai è possibile ottenere alcool in ristoranti e Alberghi, e, sebbene l’arabo è la lingua ufficiale, la maggior parte delle persone parlano inglese.

Così come i benefici fiscali personali, Dubai sta diventando sempre più importante come centro per le società offshore.

Dubai non è a buon mercato per costituire una società, visto che ci vogliono circa 5.000 dollari per la costituzione e le tasse di rinnovo annuale sono di circa 2.500 dollari, ma il vantaggio è naturalmente lo zero di aliquote fiscali.
Inoltre, a Dubai se si vuole costituire una società offshore c’è la possibilità di farlo in una zona speciale disponibile agli stranieri che è la zona franca di Jebel Ali.

Così come i benefici fiscali, una società registrata a Dubai offre un ottima privacy e riservatezza, soprattutto in considerazione del fatto che Dubai non ha trattati di scambio di informazioni.
Di conseguenza le società a Dubai sono favorite con schemi di protezione patrimoniale.

Una tecnica comune, specialmente per le imprese di commercio elettronico, è di costituire una società offshore a Panama o British Virgin Islands IBC e registrarla in una delle zone di libero scambio.
La Dubai Internet City (DIC) è una zona di libero scambio, in particolare per le imprese di commercio elettronico.

Questo garantirebbe quindi niente tasse a Dubai per 50 anni.

La combinazione di Dubai e una buona giurisdizione offshore, come le Isole Vergini britanniche garantisce che non ci sia alcuna notorietà degli azionisti e solo limitata notorietà dei direttori rafforzando così i benefici di protezione patrimoniale.

Nel complesso, Dubai è una buona opzione, particolarmente per gli investimenti immobiliari con interessati rendimenti.
Naturalmente, lo svantaggio è che si trova in una zona politicamente sensibile del mondo.
Mentre negli Emirati Arabi Uniti non è stato oggetto di alcuna significativa tensione religiosa, questo non è per dire che questo non può cambiare in futuro.

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Isola di Labuan Paradiso Fiscale Emergente



Pochi conoscono il paradiso fiscale di Labuan, che è una piccola isola malese nel Mar Cinese meridionale dove dal
1990 il governo malese lo ha impostato come un Centro finanziario offshore internazionale.

È giusto dire che Labuan è rimasto sempre un paradiso fiscale di basso profilo, attraente per coloro che desiderano tenersi lontano dai riflettori.

Società di Trading offshore a Labuan pagano solo il 3% di tasse sui profitti o una somma fissa di RM20, 000 che sono circa 5.000 dollari.

Aprire una società in Labuan è semplice.
Si può avere un solo direttore e azionista, per gli stranieri non ci sono problemi possono essere entrambi.
E si può aprire una società offshore in Labuan in un paio di giorni.

Inoltre, Labuan, stando sotto la sovranità della Malesia ha accesso a circa settanta accordi sulla doppia tassazione che la Malesia ha con altri paesi.
In base a questo uno straniero tramite una società in Labuan può scegliere di essere tassato in Malesia, piuttosto che in un altro paese utilizzando il trattato fiscale.

In caso di costituzione di società di investimento o società holding non pagano tasse a Labuan.
Infatti, le società che detengono beni o raccogono dividendi e royalties o altri redditi passivi sono esenti da tasse su tutti i loro guadagni provenienti al di fuori della Malesia.

Per quel che riguarda la privacy Labuan è ottima infatti, se un’aziende ritiene la privacy importante può semplicemente scegliere di pagare la tassa massima di RM20, 000 all’anno e in questo modo non dovrà presentare nessuna documentazione.

Non c’è inoltre nessuna tassa sulle plusvalenze a Labuan.

Oltre a questo, Labuan non impone requisiti di comunicazione in materia di usufrutto.

Quindi tutto sommato offre alcune opportunità di risparmio fiscale attraente, dipendente dalla propria residenza personale, più alcuni interessanti sulla privacy e benefici di protezione.

Labuan ha anche rivisto alcune sue leggi offshore per rendersi ancora più attraente.

Svizzera Attenzione alle Finte Residenze



Vorrei dare una risposta collettiva ad una domanda che mi viene fatta troppo spesso quando incontro persone che intendono delocalizzare se stessi.

Ovvero se è possibile prendere la residenza in Svizzera ovvero:
  • Avere un contratto di lavoro o una attività lucrativa in proprio
  • Avere un contratto di affitto
  • Avere un assicurazione sanitaria
  • Essere iscritti all’Aire

E finalmente richiedere un Permesso B.

Però, magari rimanere almeno per i primi tempi ( si come no….guardate che mica vi credo) in Italia, magari dai genitori. O da un amico (o amica?).

NON FATELO

Dovete sapere che per la legge Italiana ricorrono tre criteri per determinare se effettivamente si è residenti fiscali all’estero (e dunque non pagare le tasse in Italia)
  • Il Centro degli affari
  • Il Centro degli affetti
  • E in generale bisogna passare 183 giorni fuori dai confini italiani (6 mesi più uno)

Non sottovalutate mai la potenza dei Big Data, e i controlli elettronici ai valichi, dunque il mio consiglio e di rispettare queste regole. E ho visto con i miei occhi (una persona che ha subito un accertamento) che non basta neppure dimostrare che si è effetivamente stati fuori per sei mesi e un giorno, bisogna anche dimostrare di avere una vita nel luogo dove si dichiara di risiedere.

Ragione per cui io ho una preziosa scatola da scarpe in cui ho conservato ogni singolo scontrino fatto in giro per la Svizzera per tutto il 2014. E’ una cautela semplice ma che vi consiglio vivamente. In Italia sei tu che devi dimostrare che le ipotesi dell’Agenzia delle entrate sono false e non viceversa.

La scatola da scarpe (Nike Pegasus prese al Serfontana di Chiasso per 94chf in offerta) del 2015 è già pronta.

In generale poi vi do un altro consiglio. Non pensate MAI di essere più furbi del fisco, in un mondo totalmente informatizzato.

Vi faccio un esempio, un trucchetto che ogni tanto spunta fuori per aprirsi un conto in nero para-anonimo, è questo:
  1. Si prende la residenza in un pese off-shore, di quelli che te la danno facile
  2. NON si dichiara la residenza presa all’Aire, il registro degli Italiani all’Estero
  3. Si apre un conto bancario come cittadino residente nel paese off-shore (non necessariamente nello stesso paese off.shore)

E in questo modo si “otterrebbe” un conto bancario personale perfettamente gestibile dall’Italia e intestato ad un Avatar omonimo che risiede in un paese off-shore. (decidete voi quale)

Bene.

Dovete chiedervi una cosa:
  • Esiste un elenco elettronico di Italiani iscritti all’Aire
  • Il Paese Off-shore ha un elenco elettronico di cittadini italiani che hanno chiesto e ottenuto la residenza

Siete sicuri che se l’italia chiede al paese off-shore di fornire l’elenco di cittadini italiani che hanno chiesto e ottenuto la residenza, questo paese off-shore NON la fornirà?

Perchè non dovrebbe? Mica è un segreto.

Allora basta fare l’incrocio fra chi a chiesto e ottenuto la residenza nel paese off-shore e chi fra questi NON è iscritto all’Aire e si ottiene un bel MIRINO sulla fronte per andare a fare approfonditi controlli fiscali, mirati appunto.

Quello che voglio dirvi è che non esistono più soluzioni semplici e comode, bisogna pagare un prezzo per ottenere la vera libertà. Fare pasticci come cittadini di uno stato affamato di entrate fiscali e che non si fa scrupoli a distruggerne la vita anche per formalità e che inverte l’onere della prova, non è una buona idea.

Un saluto dalla Svizzera

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martedì 25 agosto 2015

La Slovenia: un Paese moderno



La Slovenia è un paese molto moderno. Tecnicamente, è nato nel 1991, ma si è evoluto molto velocemente negli ultimi anni 90 e definitivamente raggiunto uno status di Paese pienamente europeo nel 2004, quando è stato inserito a pieno titolo nell’UE e conquistato anche l’euro.

Il Paese ha lavorato sodo per dare fiducia agli imprenditori, cercando di sviluppare velocemente il sistema bancario e di proporre un sistema imprenditoriale attraente e stimolante.

Nell’articolo analizzeremo il sistema degli investimenti e le particolarità del quadro societario nazionale.
Lo Stato sloveno ha patito le conseguenze di un’apertura estrema agli imprenditori esteri, che spesso hanno “abusato” della estrema linearità e “benevolenza” del apparato burocratico e amministrativo locale. Perciò negli ultimi anni la burocrazia si è inasprita, facendo particolarmente attenzione al controllo delle operazioni poste in essere dalle aziende in materia di IVA e scambi transfrontalieri.

La Slovenia, ufficialmente Repubblica di Slovenia (in sloveno Republika Slovenija) è una delle sei repubbliche che in passato costituivano la Iugoslavia, oggi uno dei paesi UE; ha riconquistato l’indipendenza nel 1991 a seguito della dissoluzione dello Stato iugoslavo e confina ad ovest con l’Italia, a nord con l’Austria, ad est con l’Ungheria e a sud con la Croazia. È bagnata a sud-ovest (golfo di Trieste) dal mar Adriatico e la capitale è Lubiana.

Per posizione (all’incrocio delle vie commerciali tradizionali) e per la sua modernità e rinomata snella burocrazia è un paese estremamente interessante per i mercati europei, in quanto zona di passaggio ma anche per l’attuazione di investimenti diretti. In effetti non si può non tener conto della politica di apertura e snellimento burocratico che ha adoperato il paese negli ultimi anni per incentivare gli investimenti.

La Slovenia è un paese molto moderno, all’avanguardia: infatti negli ultimi anni sono state attuate le più moderne tecnologie ITC, si sono moltiplicate le reti e cluster e costruito centri di eccellenza. Non vi è alcun bisogno di “tradurre” agli stranieri la cultura aziendale e di renderli edotti della sua burocrazia che, pur rispettando tutte le direttive europee, è molto snella e facile da gestire, spesso direttamente on line con le più moderne e comuni tecniche di comunicazione.

Spesso l’investitore trova la normativa e relativa modulistica in lingue diverse dallo sloveno (inglese, italiano e tedesco), per cui non si pongono
problemi di interpretazione. Inoltre, la forza lavoro slovena è multilingue e molto preparata.

1. Investimenti stranieri
Negli ultimi anni il Governo sloveno ha preso importanti iniziative per incentivare gli investimenti stranieri, consapevole com’è che la Slovenia può servire un bacino di 500 milioni di persone, nonostante la popolazione del Paese sia di soli circa 2 milioni.

1.1. Residenti e non residenti
La normativa slovena non fa differenza tra investitori residenti e non residenti, ma tra soggetti residenti e non residenti.
La Legislazione definisce come residenti:

  • società e persone giuridiche che abbiano una sede di affari in Slovenia, con eccezione delle loro stabili organizzazioni in altri paesi che svolgono attività a scopo di lucro;
  • stabili organizzazioni di società non residenti che sono registrate in Slovenia se svolgono attività a copro di lucro;
  • imprenditori individuali e persone fisiche che gestiscono la propria attività e hanno sede permanente o residenza in Slovenia;
  • persone fisiche con residenza fiscale in Slovenia;
  • persone fisiche che hanno una residenza provvisoria in Slovenia sulla base di un permesso valido per almeno sei mesi con l’eccezione di stranieri impegnati in missioni diplomatiche o consolari in Slovenia e le loro famiglie;
  • rappresentanze consolari e diplomatiche slovene all’estero finanziati con fondi statali sloveni;
  • persone fisiche slovene che lavorano in tali rappresentanze e le loro famiglie.

Tutti gli altri sono considerati non residenti.

lunedì 24 agosto 2015

Come usare una Società Offshore



Come usare una Società Offshore e che uso ne possiamo fare….

Società commerciali
Una società commerciale di import-export può creare una struttura offshore per ridurre il proprio carico fiscale. La società offshore raccoglie gli ordini ed i pagamenti direttamente dai clienti, ma le merci vengono consegnate direttamente dal produttore. Attraverso questa struttura, la maggior parte dei profitti può essere accumulata in aree con bassa o zero tassazione. Si tratta in pratica del cosiddetto commercio triangolare, dove una società offshore funge da intermediario tra il venditore e l'acquirente, in maniera tale che l'utile viene contabilizzato laddove ha sede la società offshore, notoriamente esentasse o poco più che esentasse.

Società di investimento
I fondi posseduti attraverso una società in una giurisdizione offshore possono essere investiti in tutto il mondo e spesso in nazioni in cui sarebbe altrimenti impossibile. A seconda della giurisdizione in cui ha sede la società, i guadagni su tali investimenti sono meno o per nulla tassati rispetto ad altre aree. È quindi compito della nostra azienda di indicarvi laddove è più conveniente investire i vostri denari tramite una società finalizzata alla gestione dei vostri investimenti.

Holding
Le Holding offshore possono essere utilizzate per finanziare delle società sussidiarie che godranno del beneficio di detrarre gli interessi pagati. Se la holding ha sede in un paese in cui vi sono limitate e contenute tasse sulle società e sui dividendi, i profitti accumulati possono essere reinvestiti a discrezione dei managers della holding, in Saint Vincent disponiamo di un'eccellente legislazione in materia di società Holding, particolarmente attrattiva sia dal profilo legale che da quello tributario. A tal punto interessante che le società Holding risultano praticamente scevre di carichi fiscali avendo l'obbligo di pagare unicamente un'esigua tassa annuale.

Brevetti, Copyright, Royalties
Una società offshore può acquisire il diritto di utilizzare del materiale protetto da copyright, licenze o da brevetti. La società accumulerà le royalties pagando solo la prevista ritenuta d'acconto. In alcune giurisdizioni questa ritenuta è prossima o pari allo zero per cui tutti i diritti drivanti dallo sfruttamento dei brevetti o dei copyrights possono essere motlo vantaggiosi: in virtù degli accordi internazionali contro la doppia imposizione, il titolare dell'azienda che percepisce le royalties potrà inoltre evitare un doppio carico fiscale sulla sua persona.

Società di consulenza
Persone che ricevono delle somme per servizi professionali come, designers, artisti, sportivi, consulenti o autori, ecc. possono operare attraverso una società offshore. La società incassa i loro compensi in un ambiente a bassa tassazione e può quindi reinvestire tale denaro con ulteriori guadagni. Generalmente, questo tipo di società figura sulla cosiddetta “blacklist”, nel senso che gli enti tributari europei non accettano la detrazione di fatture emesse da società offshore se l'operazione o il servizio fatturati non sono suffragati da una prestazione effettiva. Si riduce pertanto di molto l'impiego di società offshore per la consulenza e servizi professionali. Esistono tuttavia delle giurisdizioni che non figurano sulla “blacklist” e le cui società possono tranquillamente emettere delle fatture all'indirizzo di persone fisiche o società europee. La nostra azienda è senz'altro in grado di aiutarvi nella scelta, nella costituzione e nell'acquisto di questo genere di società offshore, accettate dalle autorità fiscali europee.

Beni immobili
Molte delle spese associate alla proprietà di un immobile possono essere ridotte se il proprietario dell’ immobile è una società offshore. La vendita dell’ immobile avviene semplicemente trasferendo le azioni della società che lo possiede dal venditore all’ acquirente eliminando in questo modo i lunghi tempi delle procedure di compra-vendita e risparmiando su tasse sulla vendita e sulle spese notarili. In questa maniera è del resto garantito l'anonimato assoluto dell'operazione, di tal sorta che il venditore e l'acquirente rimangono sconosciuti ai terzi.

Imbarcazioni
Allo stesso modo dei beni immobili sarà possibile assegnare la proprietà di un’ imbarcazione ad una società offshore riducendo il pagamento delle tasse dovute ad un’ eventuale vendita successiva e le tasse connesse al possesso dell’ imbarcazione.


Società di intermediazione mobiliare o private banking

Le tasse che possono essere ridotte sono: tasse sulle CFC, tasse sui guadagni esteri, tasse sui redditi di impresa e sui guadagni accumulati. Oltre a ridurre legalmente le tasse, queste strutture permettono ai beneficiari di godere della massima segretezza.

Di solito tutto parte da un buon consulente con dei buoni rappresentanti nelle giurisdizioni offshore e quindi in grado di operare ovunque sia richiesto o consigliabile in funzione delle esigenze del cliente beneficiario. Una volta stabilita la struttura più idonea, si provvede alla costituzione di una IBC.

Generalmente, attraverso un Trust, il beneficiario (che poi è di fatto il concedente) impartice le istruzioni al fiduciario di costituire la IBC. Attraverso i corrispondenti nel centro offshore in cui si desidera operare, la società viene prontamente costituita dagli agenti locali, i quali a loro volta operano come fiduciari (una specie di Trust nel Trust), designando i direttori, dove richiesto, avviando le relazioni bancarie e stabilendo la sede dell'ufficio registrato.

Quest'ultimo servizio, detto di domiciliazione, prevede anche l'utilizzo di linee telefoniche, fax, servizio di segreteria, ritiro e rispedizione della posta, emissione di fatture e in generale di tutto quello che si svolge in un ufficio. A seconda del tipo di servizi richiesti, esistono ovviamente delle tariffe che comprendono il compenso dei direttori, la domiciliazione della società e le spese di costituzione.

A seconda della complessità della struttura i costi sia di costituzione che di mantenimento possono variare ma, considerando che di solito non è richiesto un capitale sociale minimo, queste spese si limitano in definitiva alle normali tariffe professionali dei fiduciari ed alle spese di costituzione. Tanto per dare un’ idea, diciamo che una struttura offshore non supera quasi mai i 13.000 Euro totali, includendo le spese annuali di mantenimento. Molto conveniente se si pensa solo al risparmio fiscale che ne può derivare, oltre che al valore aggiunto dalla protezione totale della sfera privata e commerciale del cliente.

A questo punto è sufficiente iniziare ad operare attraverso istruzioni supplementari passate di volta in volta ai fiduciari i quali le eseguono scrupolosamente al fine di far funzionare tutta la struttura esattamente secondo i desideri del cliente beneficiario, sempre che questi non implichino attività illegali.

Alcune operazioni possibili con le “offshore companies”:

Apertura di rapporti di c/c di corrispondenza con qualunque Istituto di Credito

Poter effettuare investimenti nelle “Borse Valori” di tutto il mondo

Operazioni import-export

Intestazione quote sociali di società a responsabilità limitata, Spa e di immobili (terreni o fabbricati)

Esenzione dall'imposta di successione in caso di trasferimento di proprietà o di titoli o altri beni mobili o immobili

Fatturazione (no-tax) di operazioni finanziarie - di consulenza legale, commerciale, tecnica e di collaborazione - di mediazione immobiliare e non - di servizi di ogni genere e natura - di studi di progettazione e ricerca - di indagini di mercato - di pubblicità e propaganda - di rappresentanza, brokeraggio - di spese per convegni, congressi e simili

Altre operazioni commerciali e di consulenza

Se anche tu sei interessato ad aprire la tua Società Offshore non esitare a contattarci, i nostri esperti pianificheranno tutto con la massima riservatezza e professionalità, e così anche tu potrai cominciare a guadagnare Offshore.

domenica 23 agosto 2015

Vantaggi e svantaggi dell’e-commerce offshore


Aprire una società off shore per poter svolgere un’attività di e-commerce? Sembra facile, rapido ed a costi contenuti, almeno sulla carta, ma quali sono gli effetti da un punto di vista fiscale? A dispetto di quanto si possa pensare, infatti, l’aspetto della “pianificazione” necessaria per poter individuare sia il paese più adatto dove aprire la propria società off shore (vedi ancheCome investire all’estero), ma anche per la determinazione delle caratteristiche della stessa è importante quanto per una società legata ad un’attività più tradizionale.


Dove si pagano le tasse?

Bisogna fare un distinguo in base al tipo di società aperta, ovvero se questa è stata dotata di personalità giuridica (come una tipica srl), oppure no. Solo nel primo caso la società ha una propria “persona”, che la rende perfettamente distinta dal titolare. Quindi avendo sede in un Paese diverso dall’Italia (scelto in modo opportuno anche in base agli accordi eventualmente stipulati tra lo stato italiano e quello scelto per la creazione della società), la tassazione avverrebbe con le aliquote previste nel Paese estero e non in quello italiano. Ora bisogna considerare la posizione del titolare dell’azienda e della sua residenza, poiché, se residente in Italia, vedrebbe sottoposti alla normale tassazione del fisco italiano le somme da lui percepite a titolo di reddito personale. Tuttavia per i maggiori poteri che il fisco ha via via conquistato per inasprire la lotta contro l’evasione fiscale (vedi anche Tracciabilità pagamenti), bisogna fare attenzione ad alcuni aspetti importanti per evitare che si cada nella rete degli 007 sguinzagliati dall’Agenzia delle Entrate. L’e-commerce si presta molto allo svolgimento di un’attività internazionale, ma se questa si concentra praticamente solo entro i confini italiani, allora la tranquillità di un’attività svolta legalmente potrebbe vacillare.

Quali rischi?

La normativa fiscale italiana è piena di cavilli e leggi che possono provocare non pochi problemi di interpretazione, ma se ci si affida ad un esperto si può trovare una soluzione ideale, sia per alleggerire la pressione fiscale, che per non finire all’interno del confine della illegalità. Ad esempio nel caso della società srl aperta all’estero è meglio coinvolgere un socio residente nel Paese scelto ed indicare come referente un direttore locale. Il mercato di riferimento, infine, dovrebbe essere realmente internazionalizzato, cercando di raggiungere sacche di clienti oltre i Paesi della Ue.

sabato 22 agosto 2015

Come scegliere il miglior paradiso fiscale ?

La scelta di un paradiso fiscalepresso cui stabilire la propria società o il proprio patrimonio, non è semplice, e dipende soprattutto dal tipo di investimento che si andrà a fare, dal tipo di attività svolta, e dall’entità della propria disponibilità economica.


Nell’ambito del nostro continente, potremmo mettere a confronto i vari regimi fiscali per valutare dove sia più conveniente “fare impresa”. Tralasciando le eccezioni, rappresentate da incentivi a particolari settori economici o a zone geografiche circoscritte (come ad esempio lezone franche urbane) potremmo paragonare la pressione fiscale tenendo in considerazioni imposte simili, come le corporate tax, che in Europa vanno da un minimo del 9% in Montenegro, fino al 35% di Malta, passando dal 33,33% francese o il 12,50 irlandese.

Questo singolo valore, però, non è sufficiente per dare un giudizio sui vantaggi (o svantaggi) della scelta di uno di questi paesi come sede della propria azienda, poiché molti altri fattori vanno ponderati.
E allora affidiamoci al “mercato”: il paese che vanta il maggior numero di sedi legali di multinazionali operanti in ogni angolo d’Europa, è senza ombra di dubbio il Lussemburgo, il quale offre il giusto mix tra:
  • Basso livello di tassazione
  • Efficienza del sistema bancario (che fino a qualche tempo fa era caratterizzato anche dal segreto bancario, su cui il paese ha dovuto cedere in seguito alle pressioni ricevuto dall’Unione Europea)
  • Disponibilità di professionisti del settore finanziario e legale
  • Disponibilità di agenzie di servizi che gestiscono le sedi delle varie società.

Da sempre migliaia di holding scelgono come loro sede il piccolo stato situato tra Belgio, Francia e Germania, sfruttando principalmente l’esenzione fiscale sui dividendi derivanti da partecipazioni, sulle plusvalenze, sugli interessi da obbligazioni, depositi bancari e sui finanziamenti a favore delle controllate.

venerdì 21 agosto 2015

Conviene comprare una casa intestata a società?

Comprare un immobile o una casa intestata ad una società può portare degli svantaggi e dei vantaggi a seconda delle motivazioni che spingono verso questa scelta.


Nell’ipotesi in cui ad acquistare casa da una società sia un privato, al di là degli aspetti fiscali e delle imposte specifiche da pagare, il rischio di ritrovarsi in mezzo a una ‘tempesta legale’, in caso di fallimento di quest’ultima, può essere abbastanza facilmente scongiurato tramite le trascrizioni del preliminare di compravendita, al di là della solidità della struttura patrimoniale ed economica della parte venditrice. Aspetto comunque fondamentale visto i frequenti casi in cui ‘società non costruttrici’, poco prima di dichiarare fallimento, hanno depauperato il patrimonio con azioni atte a alienare, ma soprattutto vendere, gli immobili per toglierle dalle aggressioni dei creditori.

Immobile intestato ad una società: quali i vantaggi?

Con la riforma sulle società di comodo, e l’innalzamento dei requisiti minimi richiesti per non far scendere immediatamente in campo il fisco (soprattutto sui livelli di ricavi raggiunti o da raggiungere in ciascun esercizio), l’uso di questo tipo di società (anche per acquisire un immobile) è divenuto molto più complesso. Infatti se da una parte i vantaggi iniziali sono notevoli (come ad esempio il recupero dell’Iva pagata sulla compravendita e il trattamento degli eventuali canoni di affitto in qualità di costi di esercizio), il raggiungimento dei requisiti minimi necessari e l’elevato numero di esclusioni, ha auto l’evidente scopo di ridurre l’uso di questo tipo di escamotage. A questo si aggiunge l’ampliamento dei poteri che ha l’Agenzia delle Entrate per vedere se, al di là della documentazione apparentemente regolare, di fatto si tratta sempre di una società di comodo. Inoltre rimane il problema dell’ingresso della casa o degli immobili nell’inventario fallimentare in caso di difficoltà economiche della stessa società. Insomma l’intestazione di una casa a una società italiana presenta ormai più svantaggi e rischi che vantaggi.

Acquistare casa intestata a una società straniera

Il legislatore ha scelto di ridurre l’abuso delle società di comodo in Italia, ma questa azione non ha potuto andare ad intaccare le situazioni in cui si dovesse decidere di intestare la casa ad una società straniera, quindi tanto meno una che ha la sede in uno dei paradisi fiscali. In questi casi i vantaggi sono collegati alla possibilità di non veder aggredito il patrimonio immobiliare intestato alla società da parte di eventuali creditori, puntando più sull’anonimato che sui vantaggi fiscali, che nel caso di una casa acquistata in Italia, segue il sistema impositivo comunque locale.

Due soluzioni per salvaguardare il patrimonio: come funziona la protezione immobiliare


In Italia manca una cultura della protezione immobiliare così come dimostrano sia la mancanza di una normativa che abbia questo scopo, e sia dalla scarsa mobilità che le persone mostrano verso questa direzione. Normalmente infatti ci si preoccupa di impegnarsi nella protezione del patrimonio immobiliare solo quando ci si ritrova in una situazione critica e a rischio di perdere i propri beni immobili.
E’ possibile difendere il patrimonio immobiliare?


Anche se in Italia non ci sono strumenti diretti atti a raggiungere questo scopo, ci sono comunque due vie percorribili, che hanno entrambe l’obiettivo di “segregare” ovvero separare il bene da sottoporre a protezione dal restante patrimonio. Una è rappresentata dalla costituzione di società offshore o di società anonime, a seconda dei casi, organizzate in modo tale da trasferire nominalmente la proprietà dei beni, senza perderne il godimento. Si tratta di una via che richiede l’intervento di società di consulenza specializzate, che devono trovare una soluzione ad hoc per ciascun caso particolare. Non è però una strada scevra da ostacoli e impedimenti e viene percorsa molto spesso quando si versa in cattive acque e si hanno i creditori già alle porte, nel tentativo di estromettere una parte dei beni stessi. E’ in ogni caso generalmente caratterizzata da elevati costi (non sempre prevedibili interamente all’inizio dell’operazione). L’altra strada, molto più lineare, è quella del trust, essendo una modalità legalmente prevista, di origine anglosassone. Il trust come soluzione della protezione immobiliare può avere solo carattere preventivo, ovvero può essere attuata solo da coloro che non hanno situazioni aperte con creditori, e che dispongono senza problemi dei beni immobili da proteggere.

Come funziona il trust e quando vale la sua tutela?


Anche in questo caso bisogna rivolgersi a studi o agenzie specializzate, perché bisogna formulare il trust. Questo è un documento che prevede una serie di regole in base alle quali il ‘trustee’ che è il gestore del trust stesso (e quindi del bene che diventa oggetto di questo rapporto fiduciario) esegue le disposizioni del ‘settlor’ (ovvero il titolare del bene). Queste devono corrispondere perfettamente alle esigenze, aspettative ed al tipo di protezione che è richiesto dal disponente (sia in funzione del tipo di attività svolta, dei relativi beneficiari, e dal tipo e grado di tutela). Con il trust i costi sono chiari e definiti in modo preciso fin dal principio.

giovedì 20 agosto 2015

Aprire un’azienda in Inghilterra, in 3 ore



Quando ho deciso di avviare un’attività seguendo l’idea che avevo in mente, ho realizzato che in Italia mi sarebbe costato almeno 10.000 € e tutto ciò in 2 mesi di tempo. Insomma, qualsiasi sia la tua idea, vi troverete a spendere una cifra che potrebbe invece essere investita nella vostra azienda e, inoltre, perdere 2 mesi della tua vita sommerso da scartoffie.

Senza contare che da subito vi troverete a pagare tasse mensili, imposte statali sul reddito, imposta sulla società, dichiarare profitti, ecc.

In conclusione, un’agonia. Chiamatemi pure anti-patriottico, ma l’Italia non aiuta affatto gli imprenditori e, onestamente, io consiglierei di aprire imprese in altri paesi dell’Unione Europea, come ad esempio l’Inghilterra.

Qui di seguito vi spiego nei dettagli come ho aperto la mia attività in Inghilterra.

Cosa implica aprire un’ azienda in Inghilterra?


Come ho detto, avviare un business nel Regno Unito è molto più veloce, più semplice e più conveniente che in Italia, ma di certo non aspettatevi che sia facilissimo o che tutti i servizi siano eccellenti.

• Non c’è bisogno di registrarsi alla Data Protection Agency. E’ sufficiente rispettare le norme sul trattamenti dei dati del Web (prescrizioni che applicherebbe qualsiasi persona con un po di buon senso, niente di che)

• Non occorre dichiarare l’IVA fino ai £77.000 di reddito. Quindi, per avviare una società non c’è nemmeno bisogno di chiedere un numero di partita IVA. E cosa succede quando si superano i £77.000 di entrate l’anno? Quello che bisogna fare è molto semplice: è possibile dichiarare l’IVA a fine anno, oppure pagare il 10 % direttamente sul reddito, evitando così di compilare fatture e fare i conti.

  • Non occorre fare dichiarazioni dei redditi trimestrali se la società non ha dipendenti.
  • Non è necessario registrarsi come imprenditore autonomo
  • Non bisogna rivolgersi a un notaio. Se si vogliono destinare azioni per un nuovo socio o rinominare la società, tutto può essere fatto on-line per circa £40. Facile e veloce.
  • Non dovete pagare alcuna tassa fino a 21 mesi dall’avviamento della vostra attività. Ci si dovrà rivolgere alla HMRC (Azienda inglese) alla fine del primo esercizio contabile. Vale a dire, nove mesi dopo il primo anno contabile, che corrisponde a quando si devono pagare le tasse se hai avuto un profitto.
  • La contabilità è molto più semplice, e ci sono apps online che permettono di tener sotto controllo carte e tasse senza bisogno di recarsi da un ragioniere.

Se pensate che queste ragioni siano sufficienti per aprire una società in Inghilterra, continuate a leggere perché ora vi spiegherò come fare passo dopo passo.

Come Aprire un’ azienda in Inghilterra?


Aprire una società in Inghilterra è molto semplice e veloce. Si può fare da soli ? Si. Ma è questo il modo migliore ? No.

Qui in Inghilterra ci sono un sacco di società intermediarie per aiutarvi a lanciare il vostro business. Non devi fare nulla, fanno tutto per voi (non c’è molto da fare, ma va fatto bene). Consiglio questa opzione per il prezzo e la semplicità, oltre alle offerte dalle quali potete trarre beneficio

Ci sono molte società intermediarie e potete contattarne alcune, ma a mio parere quelle con i migliori prezzi sono Macstrategics , che in 3 ore creano la vostra società.

Sia chiaro che il mio consiglio si basa su una valutazione di convenienza economica e di reputazione aziendale. Io non ricevo nessun vantaggio nel proporvele.

Questa azienda offre diversi pacchetti quello piu interessante e questo, che oltre a tutte le procedure e documenti include:
  • L’indirizzo fisico nel centro di NPA London EC1 (centro di Londra) per ospitare la vostra azienda per 1 anno
  • Buono Regalo per google adwords,
  • Un dominio. Co.uk per il tuo sito web
  • Possibilità di apertura di n conto presso la Barclays per il vostro business, in modo da poter recuperare direttamente i soldi investiti nella creazione della società.
  • Qui di seguito troverete la risposta alla domanda chiave: Posso Aprire una società in Inghilterra dall’ Italia?

Sì. E ‘il bello di far parte dell’Unione europea. Ma non tutti i tipi di imprese, perché se si desidera aprire un bar, la società può essere inglese, ma il bar è situato in una strada in Italia e quindi è soggetta alle stesse condizioni del bar situato dall’altra parte della strada.

Ma se sei una persona che lavora da casa, o una società di consulenza, o nel caso di altre migliaia di professioni per le quali non c’è bisogno di aprire un locale (nessuno impedisce una società straniera di avere sede in Italia), è possibile registrare la vostra azienda in Inghilterra.

Il tipo di società per cui questa soluzione è ideale è quando non sono presenti dei dipendenti, il lavoro si svolge in gran parte da Internet mentre i fornitori e i clienti si trovano sparsi per il mondo

Cose da Tenere a Mente per Aprire un’azienda in Inghilterra dall’Italia:


  • La vostra azienda e voi non siete un’unica cosa. Se la vostra azienda è l’inglese pagherete le tasse secondo la legge inglese, e come residente italiano si pagheranno le tasse in Italia, secondo le leggi italiane anche sul reddito che si produce come proprietario di una società inglese.
  • E ‘perfettamente possibile che la vostra azienda sia l’inglese, con sede nel Regno Unito, e tu sia un italiano residente in Italia. Non c’è nulla di illegale o di insolito in questo.
  • Un volo per Londra e ritorno in giornata da Roma costa tra i 30 e 60 euro a seconda del giorno della settimana scelto e alla tua flessibilità. Il volo è di due ore. Ci vogliono circa duecento euro per viaggiare un paio di volte al mese e si torna indietro anche con tè e biscotti di Harrods per la famiglia.
  • Il costo di un ufficio virtuale a Londra è molto basso per un luogo perfettamente legale e legittimo, un vero ufficio da cui si opera, tra cui una sala riunioni o una scrivania da cui lavorare e prendere decisioni sulla strategia dell’azienda e su come dirigerla.

lunedì 17 agosto 2015

I principali rischi di una società offshore: quando trasferirisi all’estero non conviene?


La creazione di una società offshore, che è costituita per svolgere realmente una attività anche sfruttando la possibilità di pagare meno tasse aumentando di conseguenza i guadagni, non è di per sé illegale. Invece se una società offshore viene costituita solo per occultare i propri guadagni al fisco del proprio Paese, allora la situazione cambia drasticamente, con risvolti anche illegali, e conseguenze ovviamente penali.


Creazione delle società offshore: costi e sicurezza
Esistono molte agenzie specializzate online nella creazione di una società offshore. Tra i vari professionisti seri si annidano però anche veri e propri ‘avventurieri’ che non mantengono quanto promesso, lasciando il futuro titolare di una società con enormi problemi sia con le autorità locali che quelle del Paese di provenienza, con conseguenze spesso penali, o esborsi insostenibili per poter appianare le cose. Quindi il primo rischio è quello di venire truffati, problema risolvibile scegliendo professionisti accreditati, che operano nel rispetto delle leggi locali. Quindi bisogna vagliare con estrema attenzione i costi che complessivamente vanno sostenuti, non solo in fase di costituzione ma anche per il mantenimento della società stessa. In alcune giurisdizioni c’è l’obbligo di nominare un direttore locale, e di sostenere altre scelte che portano ad esborsi notevoli, che possono portare l’investimento iniziale, nell’arco dello stesso anno, a triplicare con un conseguente azzeramento del possibile risparmio ottenibile trasferendo o creando una propria società all’estero. In quest’ottica il discorso di affidarsi a buoni consulenti diventa ancora più significativo (vedi ad esempio OPM Corporation).

La privacy e la riservatezza di cui si può veramente usufruire
Il fatto di essere titolari di una società con sede in un paese elencato nella black list pone in una situazione delicata rispetto al fisco, che punterà i riflettori sul comportamento, tenore di vita, abitudini, ecc. Se non si ha nulla da nascondere non ci sono problemi, altrimenti, specialmente nel caso di piccoli e medi imprenditori, si possono aprire le porte di un calvario amministrativo che azzera, anche in questo caso, i possibili benefici derivanti dall’attività svolta con la propria società semplicemente perché offshore. Una complicazione che aumenta dovendo nel frattempo adeguarsi anche alle leggi locali (vedi anche Perchè conviene investire all’estero), al punto da non rendere questo tipo di società, adatte per ogni tipo di attività svolta.



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Paesi Black list, grey list e white list

Dopo aver visto quali siano le caratteristiche dei paradisi fiscali, i motivi che spingono le società occidentali ad aprirvi una loro sede e i privati ad affidare i propri risparmi ad una delle loro banche, possiamo affermare con certezza una cosa: il risultato è sempre un minor gettito fiscale per gli stati che applicano regimi impositivi ordinari.

Liste Paradisi Fiscali OCSE


La comunità internazionale ha, quindi, da sempre intrapreso una lotta ai paradisi fiscali e a tutte le giurisdizioni non-cooperative. Questa battaglia vede in prima fila l’OCSE, che ormai da molti anni profonde grande impegno contro la competizione fiscale dannosa, redigendo, a partire dal 2000, una black list dei paradisi fiscali.

La lista nera OCSE è cambiata col passare del tempo, ed è stata affiancata da una grey list e da una white list. Come è facilmente intuibile, il passaggio di uno stato da una lista all’altra, dipende dal suo livello di collaborazione e di adattamento agli standard fiscali internazionali, in particolare, la blacklist è per i paesi non collaborativi, mentre le altre due liste sono riservate agli stati che si sono impegnati a rispettare i suddetti standard internazionali, con la differenza fissata fra coloro che hanno stipulato almeno 12 accordi conformi alle regole (white) e chi non ha ancora raggiunto tale limite.

L’ultimo aggiornamento delle liste risale a metà 2010 e vede la lista “dei cattivi” vuota, 14 giurisdizioni (Belize, Brunei, Isole Cook, Costa Rica, Guatemala, Filippine, Liberia, Isole Marshall, Montserrat, Nauru, Niue, Panama, Uruguay e Vanuatu) ancora nella lista grigia e altri 74 stati nella lista bianca, che, contrariamente a quanto si possa pensare, ospita nomi del calibro di Svizzera, Principato di Monaco e San Marino.

Con questo epocale cambiamento, e l’attuazione degli accordi internazionali, non si presentano più problemi di natura fiscale nei casi di compravendita (un tempo vigeva l’obbligo di dimostrate l’effettivo svolgimento di un’attività per le società dello stesso gruppo con sede nei paradisi fiscali – black list – per ottenere la deducibilità dei costi sostenuti per operazioni intercorse tra queste e quelle con sede negli altri stati), o di doppia imposizione.
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